LECCE – Si è passati da circa 300 avvistamenti di meduse nel 2009 ai 3000 nel 2015, con i dati sulla proliferazione passati da 140 a oltre 1200. Si chiama “occhio alla medusa” il progetto di ricerca che procede a passo spedito da 8 anni e vede l’Università del Salento schierata in prima linea in collaborazione con Marevivo.
Ad essere monitorato è tutto il mar Mediterraneo: presenza e distribuzione degli organismi gelatinosi che risultano essere in costante aumento, una vera e propria esplosione. A illustrare i risultati è la Professoressa Serena Zampardi, tra i responsabili del progetto.
“Le cause sono molteplici: a incidere è soprattutto il riscaldamento globale, dunque le alte temperature. Il canale d’Otranto non rientra nelle zone con avvistamenti o dati allarmanti.
Il rischio della proliferazione è duplice e in ogni caso non è strettamente limitato alle zone direttamente coinvolte: le meduse sono predatori di crostacei, larve e uova di pesci. La loro massiccia presenza rischia di ridurre quella dei grandi predatori e i pescatori rischiano di restare così a bocca asciutta”.