BOTRUGNO – Un fronte compatto e rinfoltito per un progetto che non convince, e non solo per i tasselli mancanti. Nel corso della conferenza dei servizi in Provincia, in merito al forno crematorio che dovrebbe sorgere a Botrugno, a sedere intorno ad uno stesso tavolo sono stati il Comitato “NO al Forno Crematorio di Botrugno”, il Movimento Civico ApertaMente (con al seguito 1500 firme di dissenso della cittadinanza), i titolari delle aziende promotrici del progetto, Il Dott. Serravezza, presente in qualità di direttore scientifico di LILT, e poi gli amministratori dei comuni limitrofi. Quelli di San Cassiano, Supersano, Sanarica e Scorrano hanno espresso forti perplessità sul progetto, sul quale si esprimeranno definitivamente solo quando sarà chiaro nella sua interezza.
Comitato e Associazione hanno poi elencato dettagliatamente le criticità dell’opera non risolvibili, come la vicinanza a siti sensibili: un campo sportivo a 180 m, un’abitazione ed un’azienda agricola a 150 m, una pista ciclabile che, con i prossimi progetti, si congiungerà con la pista ciclabile del Parco Paduli, quindi rientrante in un più ampio progetto cicloturistico.
L’ASL Lecce ha trasmesso una nota in cui ha richiesto una serie di dati tecnici sull’impianto per poterne valutare l’impatto ambientale e sanitario, caratteristiche omesse nel progetto preliminare. Il Dott. Serravezza ha ribadito che il Salento è un territorio già martoriato che non necessita di un colpo di grazia.
A fronte di un dissenso così forte e compatto, l’auspicio resta lo stesso e l’appello, rivolto al primo cittadino, torna in campo più forte di prima: il suo è l’unico passo indietro a poter metere la parola fine alla vicenda.