LECCE- Prima è stato denunciato tutto al sindaco Salvemini, poi in Procura. Perché c’è qualcosa che proprio non quadra nella vicenda dei pali della pubblica illuminazione installati in via Piccinno, traversa di via vecchia Surbo. Pali che ora sono da rimuovere, tra l’incredulità e l’indignazione da parte dei residenti che “aspettano la luce” da 30 anni. In realtà, a quanto pare, quella via non è stata mai censita, non è di proprietà del Comune di Lecce. Innanzitutto ricade per una parte in agro di Lecce e per un’altra in quello di Surbo, ma non è mai stata espropriata, censita e “battezzata”. Ecco perché mancano anche acqua e fogna. Com’è possibile, qundi, che la ditta abbia piantato tutti quei pali? Non c’era l’autorizzazione da parte del Comune. Da 30 anni i residenti chiedono che questa strada venga illuminata. Dopo l’ennesima raccolta di firme, due mesi fa è avvenuto il piccolo miracolo: i pali della pubblica illuminazione sono stati montati. È stato fatto tutto, anche gli allacci sono stati eseguiti, mancavano solo le plafoniere. Tre giorni fa sono arrivati gli operai e i residenti pensavano, appunto, fosse giunto il momento tanto atteso. E invece no: gli operai erano lì per smontare i pali. I cittadini, sorpresi, hanno chiamato l’ufficio tecnico del Comune. Poco dopo sono arrivati un tecnico comunale, il titolare della ditta che esegue i lavori in subappalto -che ha spiegato di aver ricevuto l’ordine di smontare tutto- e poi un rappresentante della GEMMO s.p.a., società veneta che ha l’appalto della pubblica illuminazione in città. Pare che la società non avesse alcuna autorizzazione ad installare i pali e che per questo, 15 giorni fa, l’ufficio tecnico ne ha ordinato la rimozione. La faccenda non è per niente chiara, i cittadini brancolano -letteralmente- nel buio e ci penserà la Procura ad accendere un faro.
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