LECCE – Non solo gli incidenti stradali lungo le arterie che conducono al mare, a mettere a dura prova i sanitari del pronto soccorso del “Vito Fazzi” di Lecce ci pensa il caldo e spesso la disattenzione in spiaggia.
Il risultato è presto detto: si passa dai 200 ai 260 pazienti al giorno, un aumento del 30% rispetto alla media. Il lavoro o l’attività fisica sotto il sole, i tuffi spericolati e poi la tintarella nelle ore piú calde, con conseguenti scompensi intestinali o ustioni solari.
Queste le patologie piu’ ricorrenti che spingono il primario del Pronto Soccorso di Lecce Silvano Fracella, interpellato da Salute Salento, a ricordare una serie di accorgimenti e precauzioni.
Due le patologie che sollecitano soprattutto il suo appello: i crampi muscolari legati al «colpo di calore» e l’attività fisica, praticata sotto il sole cocente, per diletto o per lavoro.
“I cosidetti “crampi da calore” -spiega il responsabile del Pronto Soccorso- si manifestano per la perdita di sali minerali dovuta all’ intensa attività fisica. Sali che se non vengono reintegrati e producono crampi, mal di testa, senso di nausea e debolezza. Il “colpo di calore” si riconosce a partire dall’improvviso caldo che si avverte in tutto il corpo. In genere il paziente accusa vertigini, senso di svenimento, calo di pressione e mal di testa“.
In questi casi il primario ricorda di raffreddare il corpo subito ricorrendo anche a impacchi di ghiaccio soprattutto nelle zone di snodo dei grossi vasi sanguigni, come inguine, i lati del collo (carotidi) e sotto le ascelle. Bisogna abbassare la temperatura del corpo anche assumendo bevande fresche, non ghiacciate. Se la temperatura supera determinati valori c’è il rischio di edema polmonare.
Infine, a dare il colpo di grazia ci sono le patologie estive legate ai disordini alimentari (gastroenteriti), le ustioni solari e un incremento di febbri nei bambini per le malattie infettive, come il morbillo.
Per il Dottor Fracella dunque con qualche accorgimento in piú l’estate potrebbe essere vissuta molto piú tranquillamente.