SALENTO – Dal Piano del Lavoro della CGIL Nazionale fino al Documento regionale su Sviluppo Lavoro e Ambiente: sono il punto di partenza per il lavoro di vertenze territoriale del sindacato che punta i fari in modo allarmante su infrastrutture e trasporti di Puglia e Salento.
Soltanto su Lecce e provincia il dato è preoccupante: i fondi nazionali ed europei viaggiano a rilento. Tre mezzi su dieci restano fermi. “Manca soprattutto un’adeguata programmazione -ribadisce Cgil- mancano mezzi moderni e strutture adeguate alle esigenze del territorio, la destagionalizzazione del turismo diventa un percorso in salita, le prospettive occupazionali nel settore si riducono vertiginosamente“.
Per quanto riguarda i treni, nella sola provincia di Lecce al momento sono in servizio soltanto 13 mezzi (con e senza aria condizionata); mentre ci sono almeno 4 mezzi fermi di cui 3 per via dell’inchiesta sull’incidente ferroviario di Galugnano. Per quanto riguarda i bus FSE, su 104 mezzi in dotazione, soltanto 66 risulterebbero disponibili, ben 38 fermi per vari motivi. È anche per questo che la Cgil chiederà un incontro in Regione.
L’incontro in mattinata ha visto relazionare i segretari Cgil nazionale e regionale oltre a quelli di Lecce, Brindisi e Taranto, alla presenza dell’Assessore regionale allo Sviluppo economico Loredana Capone. “Laboratorio sud in Puglia” è l’iniziativa interprovinciale del sindacato che si rivolge infatti anche ai gruppi dirigenti: raccogliere le istanze del territorio è il primo passo, fondamentale.