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Torre di Belloluogo, nel ninfeo della Regina cassonetti e un chiosco bar

LECCE – In quella che un tempo fu la dimora di Maria d’Enghien, contessa di Lecce e Regina di Napoli, si insedia la modernità che rompe l’incantesimo. Si tratta di un chiosco bar con istallazioni frigo che risultano agli occhi di molti visibilmenbte anacronistiche, lontane da quel clima regale ‘300esco da sempre motivo d’orgoglio per la città.

Un pugno nello stomaco al quale si aggiungono i contenitori di rifiuti stipati all’interno del ninfeo, probabilmente realizzato da un insediamento di monaci basiliani. Scelta certamente dettata da esigenze commerciali: concerti, eventi enogastronomici e serate danzanti devono poter offrire un servizio come questo. Il risultato però non sembra lasciare tutti contenti.

Quando tutto ha preso avvio ufficialmente, circa un anno fa, l’obiettivo era uno solo: fare del parco la culla di iniziative turistico-attrattive mirate alla valorizzazione di siti storici come questo. Preservarne la bellezza originaria avrebbe dovuto essere una priorità, optando magari per installazioni più attente alla magia della storica cornice.

Il prezzo da pagare però lo restituiscono le immagini: l’inciviltà, post eventi e concerti, ha preso d’assalto il gioiello architettonico medievale: bottiglie, carte, pacchi di patatine abbandonati sul prato lasciano l’amaro in bocca. E pensare che per scrollargli di dosso anni di stallo era stato necessario proprio un imponente intervento di bonifica per rimuovere i rifiuti di ogni tipo abbandonati nel tempo.

Per proteggere il gioiello dall’inciviltà non basta dunque il fossato che un tempo scongiurava le invasioni. I vandali 3.0 agiscono ancora ma anche la modernità sembra sapersi fare spazio con prepotenza.

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