BARI – Da quasi 10 anni combatte la Sclerosi multipla, dal giugno del 2016, però, lo fa assumendo cannabis terapeutica. Nicola, 48 anni, di Bari, ma membro dell’associazione di Racale “La Piantiamo” è solo uno dei tanti pazienti finiti nelle sabbie mobili della burocrazia che, di fatto, impedisce loro di poter assumere i farmaci cannabinoidi senza interruzioni. Una terapia che, racconta, “fa sentire più forte più energico, le gambe tendono meno a piegarsi. Tutti i sintomi si riducono di intensità e di frequenza. L’incontinenza anche è quasi sparita. Ma alterno mesi di terapia a mesi in cui non riesco ad averla“.
Ed è questo il punto: il Bediol, da ingerire, e il Bedrocan, da inalare o fumare, non sono reperibili in modo costante. Il rimpallo di autorizzazioni, l’importazione dall’estero, creano dei buchi di mesi e il risultato è che i malati restano scoperti. Ma, spiega Nicola, “ognuno mi dice non è colpa sua. E il risultato è che sono due mesi che aspetto i farmaci”.
Ecco perché ha deciso di manifestare, da solo ma per conto di tutti, dinnanzi alla sede del Consiglio regionale. Il suo è un appello lanciato al governatore “affinché intervenga al più presto per aiutarci a sbloccare la terapia. Come me ci sono molte persone in questa situazione”.
La conseguenza è l’acquisto della cannabis dal mercato illegale. “Quella che trovi per strada non so da dove viene, come l’hanno cresciuta, cosa gli hanno dato, che percentuale di principio attivo contiene. C’è anche il rischio che possa fare male – conclude Nicola – se è piena di muffe o se spruzzano qualcosa, io non lo posso sapere. A questo punto me la coltivo da solo“.