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La Regione presenta il gasdotto di Brindisi ma due mesi fa lo ritenne “calato dall’alto”

BARI – Non attraversa posidonieti, non è in area protetta, non è ad alto impatto ambientale e costa 700 milioni di euro, a fronte dei 45 miliardi necessari per la Tap. Per queste ragioni la Regione Puglia benedice il terzo gasdotto che la Eagle intende far approdare a Brindisi. Lo stesso che, però, due mesi nell’aula del Consiglio Regionale l’assessore all’Ambiente, Domenico Santorsola definì una scelta calata dall’alto.

Il progetto della Eagle che porterà a Brindisi lo stesso quantitativo di gas della Trans Adriatic Pipeline, inizialmente non fu sostenuto dal governo centrale tanto da escluderlo dalla rete nazionale dei gasdotti. Solo successivamente l’opera è stata rivalutata, inserita nella rete e sostenuta dall’Unione Europea perché strategica assieme ad altre 9 infrastrutture.

Il progetto, presentato nella sede romana della Regione dallo stesso governatore Emiliano, è stato ritenuto dall’Ente di Lungomare Nazario Sauro a basso impatto ambientale, tanto in Albania dove la nave di rigassificazione dista 5 m dalla costa disabitata, quanto in Italia. Il percorso a mare della pipeline non attraversa posidonieti. L’area che potrebbe interessare l’approdo del gasdotto non ricade in aree protette, ha un basso sviluppo urbano ed è prossima alle reti stradali e al punto di connessione con la rete di trasporto di Snam Rete Gas. In più – ha spiegato il presidente – “non chiede al consumatore italiano di pagare circa 200 milioni per l’adduzione del gas alla rete Snam, non ha bisogno di finanziamenti da parte della Banca europea che al Tap invece dovrà dare 30 miliardi di euro, non ha bisogno di avere deroghe sull’utilizzo esclusivo della struttura e potrà consentire a qualunque fornitore di gas dell’Italia di attaccarsi e di utilizzare il gasdotto anche in concorrenza con l’azienda che lo costruirà”. Il progetto comunque – ha aggiunto – dovrà rispettare la legge sulla Partecipazione, fresca di approvazione, ed è ciò che ha garantito al sindaco di Torchiarolo, Nicola Serinelli. Insomma, questa presentazione ufficiale, è per dire che la Puglia non soffre della sindrome di Nimby, non si oppone a qualsiasi opera ma è capace di dialogare con le aziende interessate. 

Il 4 maggio scorso, però, fu l’assessore Santorsola ad esprimersi in maniera totalmente diversa. Il parere su quest’opera da parte della Regione, disse Santorsola, non è mai arrivato perché non è mai stato richiesto o meglio non è stato contattato l’assessorato forse per coordinate obsolete. Ecco perché da viale delle Magnolie la definirono una scelta calata dall’alto. La Regione, si legge nella risposta scritta dell’interrogazione, ha anche impugnato dinnanzi alla Consulta il decreto del Mise che, di fatto, non ha sottoposto a Valutazione Ambientale Strategica, la Vas, l’aggiornamento della rete dei gasdotti. Il progetto Eagle, si legge ancora, sarebbe anche preferibile sotto tutti i punti di vista a quello Tap, ma manca ad oggi – scrivono dall’Assessorato all’Ambiente – una “valutazione complessiva dell’impatto ambientale dei tre progetti e non c’è nemmeno una concertazione su prospettive, alternative o soluzioni differenti”. Ecco perché due mesi fa, era considerata “una scelta calata dall’alto“.

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