Ambiente

Precipitano le sue condizioni, ricoverato l’oncologo Serravezza: “continuo lotta contro Tap”

CASARANO- Questa mattina, è stato necessario il ricovero urgente in ospedale per l’oncologo Giuseppe Serravezza, direttore scientifico della Lilt, al sesto giorno di sciopero della fame e della sete contro la costruzione del gasdotto Tap a Melendugno.

Le sue condizioni di salute, infatti, sono precipitate ed è stato necessario sottoporlo a flebo reidratanti. Attualmente è sotto osservazione presso il nosocomio Ferrari di Casarano. Lui, però, ha deciso di non fare un passo indietro e di andare avanti nella protesta, estremo tentativo di innescare il dialogo con il governo sull’opera.

Dalla Lega Tumori di Lecce, oggi, l’ennesimo appello al premier Paolo Gentiloni: “Il gesto – spiega la presidente Marianna Burlando – è indirizzato a chi ancora può rivedere il progetto Tap, vale a dire il governo centrale, affinché ascolti le ragioni del locale dissenso e apra a dialogo e a confronto. Ci sono margini operativi per fare tutto questo, anche di fronte a iter autorizzativi avanzati. Si può sempre tornare indietro e anteporre le ragioni del territorio e della comunità a quelle nazionali e sovranazionali riposte in accordi geopolitici ed economici. L’appello è pertanto quello di gettare un ponte tra il centro amministrativo-politico e la periferia territoriale. Si può fare, la gente del Salento non solo lo spera ma ne è convinta, così come invoca questo gesto del governo per far desistere dalla sua decisione lo stimato e capace professionista Serravezza”.

Già ieri, Serravezza era apparso in pubblico, in occasione di Gallipoli Run, visibilmente provato. “Oggi è il quinto giorno di sciopero della fame e della sete – aveva detto – ma vado avanti: dobbiamo riaprire il dialogo con il governo per fermare l’avanzamento del progetto Tap. Perché questo gesto estremo? Le abbiamo tentate tutte: cinque anni per far capire che il Salento non può più permettersi opere così impattanti. L’aveva già messo per iscritto il professore Giorgio Assennato, ex direttore di Arpa Puglia, a proposito delle centrali a biomasse: la situazione sanitaria del Salento, come affermava Assennato, è tale da non potersi più permettere più ulteriori pressioni di carattere ambientale. Vuol dire che siamo messi male, lo dicono i dati e non solo. Accanto a queste motivazioni, ce ne sono altre, di carattere quasi personale: sono i miei pazienti che non ci sono più, i tanti che andandosene mi hanno chiesto di fare qualcosa per evitare ai loro figli la stessa sofferenza. Chiedo ai professionisti di questo territorio, a chi come me ricopre un ruolo sociale, – ha detto – di spendersi un po’ di più e concretamente. Non possiamo lasciare in mano a loro il nostro futuro. Quel che accadrà non dipende da loro, dipende da noi”.

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