Politica

Parrucche contro la chemio e accreditamenti, dal Consiglio via libera alle leggi. Ma la Cgil attacca

BARI- Il Consiglio regionale fa l’en plein e approva due leggi con il lascia passare di tutti gli schieramenti. La prima, sintesi di due proposte firmate da maggioranza e opposizione e che incassa l’approvazione unanime dell’aula, è il sostegno all’acquisto delle parrucche per i pazienti oncologici sottoposti a chemioterapia. Il contributo fissato, aumentato rispetto al testo iniziale, è di 600mila euro. Al paziente spetteranno 300 euro per l’acquisto della parrucca, da richiedere alla Asl di appartenenza dopo aver fornito la documentazione medica che attesti l’alopecia da chemio. Sarà, poi, istituita in fase sperimentale per due anni, la Banca dei capelli così da diffondere la donazione delle ciocche e stipulare accordi con le aziende produttrici per lo scambio di capelli con fornitura di parrucche. La seconda legge riguarda i nuovi criteri di accreditamento delle strutture sanitarie e socio sanitarie. L’obiettivo era di alleggerire la pesante macchina burocratica che spesso fa impaludare le richieste. La legge fissa i compiti della Regione ma anche quelli dei Comuni. Demanda al regolamento successivo i dettagli, prevede i criteri e i tempi per le nuove autorizzazioni o per le disdette e stabilisce soprattutto le sanzioni per i trasgressori. Nel lasso di tempo che intercorrerà tra l’approvazione e l’entrata in vigore della legge, le nuove istanze saranno dichiarate inammissibili, tranne che per le strutture private o comunali finanziate con fondi europei. Le Asl, gli Ircss e le strutture private già accreditate, dovranno, entro un anno, comunicare il piano di adeguamento ai nuovi criteri. Ma soprattutto sarà rideterminato il fabbisogno di strutture socio sanitarie, in buona sostanza, vuol dire che là dove è stato chiuso un ospedale potrà sorgere una nuova struttura che fornisca assistenza territoriale e non ospedaliera.

Se dai banchi di centrodestra, centrosinistra, centro e Cinque stelle arrivano commenti soddisfatti per la condivisione delle modifiche proposte e per il valore che entrambe le leggi hanno sulla vita dei pugliesi, la Cgil Puglia punta il dito sui nuovi accreditamenti, definiti “l’occasione persa“. Il punto, per il sindacato, è il mancato accoglimento dei suggerimenti avanzati che miravano a una tutela delle professionalità che operano in queste strutture, a garanzia della qualità del sevizio offerto ai cittadini.

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