LECCE- La sua storia è di quelle che commuovono e fanno venire i brividi. Un racconto d’altri tempi, e invece contemporaneo. Perché è davvero difficile pensare che al giorno d’oggi esista ancora qualcuno che possa conquistare la beatitudine. Non quella astratta, immaginaria, ma ufficiale, sancita dalla chiesa. Ed ancora più strano è sapere che questo riconoscimento tocca un ragazzo morto a soli 19 anni nel 2009. E invece è così e il protagonista è Matteo Farina, di Brindisi. Oggi avrebbe 26 anni. Non c’è più, ma per la città e per la sua famiglia, e per quanti lo hanno conosciuto, è un orgoglio. Tra qualche giorno, il 24 aprile infatti, l’intera diocesi di Brindisi-Ostuni vivrà un momento straordinario: la conclusione della fase diocesana del processo di Beatificazione e Canonizzazione di Matteo, che avverrà proprio nel giorno dell’ottavo anniversario della sua morte. A lui al momento è già riconosciuto il titolo di “servo di Dio”.
Per l’occasione monsignor Domenico Caliandro terrà in cattedrale a Brindisi una solenne celebrazione che comincerà alle 18. Nel piazzale davanti al Duomo sarà sistemato un maxischermo per consentire alla comunità di seguire la solenne messa. La sessione conclusiva da parte del tribunale ecclesiastico metterà i sigilli alla documentazione processuale raccolta che sarà poi consegnata alla congregazione dei Santi a Roma. Sono attesi migliaia di fedeli .
Matteo Farina è morto per un tumore cerebrale. Nonostante le sofferenze non aveva rinunciato alla sua gioia di vivere e durante i suoi tanti ricoveri pregava insieme agli altri ammalati per confortarli, trasmettendo loro tutta la dolcezza dell’amore divino. Con i propri risparmi e le offerte dei suoi familiari è stato creato un fondo per le missioni africane del Mozambico. Per lui la malattia era diventata una prova da offrire a Dio.
