MELENDUGNO- Un incontro in Prefettura per mettere nero su bianco i dettagli tecnici di quella che sul cantiere Tap a S.Basilio sarà la giornata del salvataggio dei 31 ulivi espiantati e poi riportati nel cantiere dopo il blocco dei camion da parte degli attivisti. È passata una settimana dal giorno in cui i mezzi di Tap sono stati costretti a fare retromarcia e a rientrare nel recinto dopo la grande mobilitazione alla quale avevano partecipato centinaia di cittadini. Gli alberi, destinati al reimpianto a Masseria del Capitano, erano stati lasciati sul terreno. Per non rischiare che muoiano definitivamente è necessario che le radici ritornino nella terra. Le operazioni partiranno martedì mattina. Gli alberi saranno sistemati in dei grandi vasi e protetti. Curati e trattati sotto la stretta sorveglianza degli esperti agronomi e le operazioni saranno effettuate dalle ditte incaricate da Tap.
Come concordato durante il vertice per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica presieduto dal prefetto Claudio Palomba, tutto dovrà svolgersi nella massima sicurezza e tranquillità. Alle operazioni potranno assistere alcuni rappresentanti del movimento No Tap e la Polizia municipale di Melendugno alla guida del Comandante Nahi. Non ci saranno altre forze dell’ordine a presidiare il cantiere. “Io auspico- commenta il sindaco di Melendugno Marco Potì– che a conclusione di questa fase Tap sospenda i lavori sino a quando l’iter autorizzativo per la costruzione del gasdotto sia chiaro.
Intanto arriva dal Partito Socialista Italiano, e sembra in questo periodo essere proprio una voce fuori dal coro, l’atto d’accusa contro quello che viene definito “Lo spettacolo dell’irrazionale opposizione alle istituzioni e ottusa ostilità verso il compimento del gasdotto Tap”. Il partito si schiera apertamente con l’azienda e in un documento a firma della segreteria regionale bolla come “frange minoritarie di popolazione salentina in preda alla disinformazione gli attivisti che presidiano il cantiere, definendo improvvisati arruffapopolo istituzionali i politici che pretenderebbero- dicono- d’imporre la dittatura della minoranza”. Una presa di posizione decisa proprio dal partito di Vittorio Potì, il compianto storico sindaco di Melendugno e consigliere regionale, nonché zio dell’attuale primo cittadino Marco Potì. “Quelli che da qualche tempo si consumano a San Foca– si legge nel documento- sono episodi di sterile radicalismo, un misero spettacolo di una sedicente sinistra che rincorre piazze nel miserabile tentativo di cavalcarle a fini elettorali”.