Cronaca

Centro socio-riabilitativo Squinzano: dopo 2 anni dal taglio del nastro nessuno può accedere

SQUINZANO- Sono solo 3 dei 22 ragazzi di Squinzano con disabilità di vario livello che da 2 anni non hanno un centro socio-riabilitativo di cui usufruire. O meglio i centri adesso ci sono e sono due in una stessa struttura “il dono” e “soli no” rispettivamente specializzati nelle disabilità di grado lieve e in patologie rare ed handicat debilitanti. Ma dal taglio del nastro lo scorso 27 febbraio non ha potuto metterci piede nessuno.

Andiamo con ordine. Alcuni di loro, con disabilità lievi, rientrano nei diritti sanciti dall’articolo 105: per loro il servizio per 16 mesi sarebbe garantito gratuitamente grazie ad un finanziamento di 192 mila euro già stanziato dall’ambito territoriale di zona. Il tutto però previa valutazione della Asl. Gli altri, affetti da problemi più gravi, rientrano invece nell’articolo 60: per loro il servizio è pagato per il 50% dall’azienda sanitaria locale, la restante parte (per chi ne ha diritto in base al reddito) è coperta dai buoni di conciliazione della Regione. Dunque a fronte di una retta di 62 euro e 34 centesimi al giorno, 31 euro è la spesa che quotidianamente le famiglie in buoni condizioni economiche devono affrontare.

Il taglio del nastro nell’ex liceo scientifico di Squinzano, dopo 2 anni di stop del servizio garantito precedentemente da cooperative o associazioni, ha ridato la speranza, ma per poco. I problemi insorti da subito sono infatti due: ad oggi l’unità di valutazione medica della Asl non ha convocato nessuno degli aspiranti utenti che hanno avanzato opportuna richiesta per valutare se i soggetti in questione rispondano ai criteri previsti per accedere al servizio. I buoni di conciliazione invece sono bloccati dalla Regione, causa un ricorso al Tar spiegano le famiglie. In conclusione la struttura c’è e, dal 27 febbraio scorso, è pronta ad offrire il servizio affidato alla cooperativa “San Bernardo” di Latiano tramite bando pubblico.

Gli spazi ci sono, gli operatori anche, i ragazzi sono a casa e la loro serenità dall’agosto 2015 è compromessa, lo dicono anche i medici. In mattinata, all’esterno del Municipio di Squinzano, hanno dialogato con l’Assessore alle politiche sociali Vincenzo Vespucci, anche lui padre coinvolto nella questione. “Il comune ha fatto quanto è di sua competenza- ha detto- anche noi amministratori lanciamo un appello: Asl e Regione sblocchino la situazione”. Un appello all’unisono: “due anni di solitudine sono un’etenità, la disabilità non ucciderà, ma la solitudine lentamente spegne la voglia di vivere”.

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