CronacaEconomia

La Fiom nazionale: “Se intendono svendere l’ilva ci metteremo di traverso”

TARANTO- “L’ultima volta che abbiamo potuto interloquire con l’ILVA – dice Giuseppe Romano – è stato quando a settembre fummo costretti a registrare la morte del giovane operaio della Steel Service, mentre non sappiamo ancora come i commissari intendano gestire questa fase delicata che vede sul piatto della bilancia il drammatico destino di 4984 lavoratori”.
Così la Fiom a Taranto, nella giornata in cui ha ospitato il segretario nazionale Rosario Rappa. Quest’ultimo è stato chiarissimo sul futuro del siderurgico tarantino: “Se il Governo intende svendere l’ILVA così come fece con i Riva, lasciando al territorio il disastro occupazionale e ambientale, sappia sin da ora che come FIOM CGIL ci metteremo di traverso”. Sullo sfondo dell’incontro ci sono le novità delle ultime ore: il miliardo e trecentomila Euro del patteggiamento bloccato dal GUP di Milano che, di fatto, rende ancor più incerto il processo di ambientalizzazione del sito tarantino, e il piano industriale presentato dall’Arcelor Mittal.

“Abbiamo perso per strada già mille operai. Oggi siamo a 10.977 dipendenti. Ma mentre si perdono gli operai crescono gli impiegati e i quadri dirigenti. una migrazione incomprensibile, così come poco si sa delle consulenze e di tutte le partite economiche che nelle relazioni trimestrali della gestione commissariale diventano omissis. Relazioni che parlano di perdite ridotte, aumento della produzione, trend positivi rispetto ai mercati e che quindi a maggior ragione non giustificano quegli esuberi, a meno che i Commissari non stiano facendo il lavoro sporco per chi arriverà e annuncia ad esempio già minori livelli produttivi.

E qui il tema delle cordate in campo. Il Piano industriale di chi arriva per noi è importante e per noi non si può prescindere dal Piano strategico presentato da Bondi e approvato dal Governo – dice Rappa – per cui se Mittal annuncia che non produrrà più di 6milioni di tonnellate d’acciaio, che non interverrà su Afo 5 perché non trova conveniente spendere quei 300milioni per l’innovazione di quel processo , ma piuttosto intende gestire gli impianti così come sono senza investimenti, per la FIOM quel piano è irricevibile.

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