Politica

In attesa di Pisapia , il Pd leccese sembra ritorni sul nome di Rapaná

LECCE- Il tavolo del centro sinistra alla presenza di Lacarra, ieri sera aveva un solo compito, decidere il candidato od indire le elezioni primarie per la sfida alla successione di Perrone a Palazzo Carafa. Chi lo ha detto che sarebbe dovuto succedere questo? In mattinata il segretario Lacarra. Tanta certezza: nome o Primarie! Mentre succede perfettamente l’inverso: non si decide il nome, o per lo meno si stava tentando di fare ma rimandiamo a tra poco quanto realmente avvenuto, ma si decide definitivamente il no alle Primarie che invece per il segretario Lacarra sarebbero state obbligatorie se alla conclusione dell’incontro del tavolo della coalizione non si fosse trovata l’unita su un nome

Prima di giungere a ciò che potrebbe succedere lunedì per cui ieri si decide ufficialmente come coalizione di non celebrare le Primarie di città ricostruiamo i motivi della fumata nera per il commercialista Rapaná. Tutti favorevoli ma arrivano due no, uno direttamente al tavolo ed uno via sms. Il primo è quello del senatore Ruggeri indignato che dopo aver detto sempre si al Pd, vedi ipotesi Prete e Stefano, ritrovandosi la proposta del commercialista propone come unica alternativa per non abbandonare la coalizione di tornare sul senatore, chiamato però al telefono proprio durante l’incontro riconferma la sua indisponibilità, o convergere sul capogruppo a palazzo Carafa Luigi Melica.

Primo stop alla fumata bianca. Il secondo no che fa saltare il piatto è il sms del Presidente Emiliano dopo che la coalizione tentava comunque di dire si a Rapaná.

Da noi contattato con questo messaggio Emiliano risponde: Assolutamente no sull’essere a conoscenza della scelta, pur se il tavolo alla fine dell’incontro, attraverso le parole del segretario Marra, tentava di far pensare che il governatore fosse informato di tutto per il dovuto rispetto istituzionale.

Ma Emiliano rincara la dose sul messaggio inviato al direttore Vernaleone non solo dicendo, appunto, di non seguire la vicenda e di non conoscere il prescelto ma spingendosi oltre invalidando l’incoronazione, non questo è sicuramente un demerito di Rapaná stimato commercialista e forse incautamente tirato in ballo dal partito leccese. Infatti Emiliano, senza se e senza ma, afferma che,la sua visione per Lecce, è rappresentata dall’ipotesi del migliore nome possibile, cioè Dario Stefano. A questo punto il tavolo decide esattamente l’inverso, come già detto, di quanto auspicato dal presente Lacarra, candidato o Primarie, chiudendo la riunione non solo senza nome ma eliminando definitivamente la possibilità della consultazione popolare che sarebbe dovuta essere la scelta obbligata in caso di mancata sintesi.

Questa capriola di intenti, per molti, sarebbe stata così netta per permettere al Pd, ed alla coalizione, di chiudere definitivamente il capitolo primarie, mai citate nel messaggio neanche dal Governatore di Puglia, ed attendere lunedì la venuta a Lecce dell’ex Sindaco di Milano, dialogante con il Pd e riferimento politico di Stefano, e cercare di convincere questo alla presenza dello stesso Emiliano. Un’ipotesi che potrebbe naufragare malgrado la posizione di Emiliano ma grazie alla specifica che il suo pensiero possa non esser ostacolante, il Pd leccese starebbe tentando, appunto per la libertà data dal Presidente della Regione, di tornare sulle posizioni e sulla candidatura di Rapaná. Tale scelta se da una parte chiuderebbe il balletto della sinistra, dall’altra rischierebbe di far perdere il partito l’Udc e per qualcuno potrebbe anche significare, vista la chiarezza del messaggio di Emiliano, libertà di guardare ad altri appetibili candidati sindaco del proscenio leccese anche se di provenienza differente.

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