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Violenta rissa tra ambulanti in pieno centro, cresce la “psicosi abusivi”

LECCE-In pieno centro, in Piazza Libertini, tutto sarebbe iniziato con un banale litigio. Poi i toni però si sarebberro alterati, e tra le bancarelle e gli stand fra il Castello Carlo V e la sede centrale delle poste, proprio in prossimità di via Trinchese, i due ambulanti non ci hanno pensato due volte: hanno impugnato spranghe di ferro e davanti ai passanti atterriti da tanta violenza si sono scagliati l’uno sull’altro.

 A nulla sono valsi gli interventi di chi ha tentato di allontanarli.Protagonisti, un marocchino di 50 anni e un senegalese di 40. La rissa è terminata solo con l’arrivo delle volanti dopo una pioggia di segnalazioni giunte alla sala operativa della Questura. Il 50enne di nazionalità marocchina è stato ricoverato presso l’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. Deve essere sottoposto a consulenza oculistica per via di un violento colpo subito in pieno volto. Dagli accertamenti, è risultato peraltro irregolare in Italia. Meno gravi le condizioni del senegalese, trasportato presso l’ospedale “San Giuseppe di Copertino”, in Ortopedia, per via di una sospetta frattura a un polso.

Dopo il boom di spaccate e furti nel salento solo un mese fa, a fine Novembre, avevamo chiesto ai commercianti del centro leccese se in tema sicurezza si definissero soddisfatti. Un sì all’unisono, fatta eccezione però della psicosi ambulanti. Non sarebbe la prima volta infatti che si assiste ad un litigio in zone affollate e dai toni piuttosto alti: problemi di convivenza spesso, in altri casi anche di concorrenza o di suddivisione delle zone di una stessa strada. Centimentri d’asfalto ai quali affidano il proprio destino o riconducono la sfortuna di una giornata trascorsa lì a vuoto.

“Aprire il negozio la mattina, chiuderlo la sera, restare di turno uno alla volta ad oggi risulta quasi un’impresa coraggiosa -ci avevano raccontato i commercianti- senza considerare che qualcuno in prossimità delle vetrine ci dorme e ci mangia, abbandonando spesso carte, lattine o bottiglie e creando così una cornice di rifiuti poco edificante per le attività commerciali in questione”.

Ogni lavoro, ogni storia, ogni forma di disperazione esige dispetto– aveva concluso- ma a volte la paura prevale e tutti dovrebbero poter lavorare o fare un giro in centro senza alcun timore di assistere a colluttazioni o subirne addirittura i danni”.

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