Cronaca

Allarme Burgesi, l’Asl in campo per i monitoraggi sulla falda

LECCE- L’ASL Lecce è già pronta per studiare gli eventuali rischi per la salute provocati dalla presenza di rifiuti tossici interrati in discarica. Non solo a Ugento, ma anche nei territori limitrofi all’area interessata. L’obiettivo è il varo di un monitoraggio approfondito e a largo raggio sui tantissimi pozzi artesiani che attingono acqua dalla falda profonda, il cui possibile inquinamento andrebbe indagato in modo sistematico.
Il Dipartimento di Prevenzione Asl, diretto da Giovanni De Filippis, come naturale proseguimento dei lavori di elaborazione del primo Report “Ambiente e Salute in provincia di Lecce” presentato dal presidente Emiliano il 15 febbraio di quest’anno, ha sviluppato nel tempo diverse linee progettuali che investono le varie matrici ambientali. I recenti fatti di cronaca, del resto, hanno contribuito ad attirare l’attenzione sulla tutela della risorsa idrica del Salento, peraltro già oggetto di quotidiana attività da parte dei Servizi del Dipartimento che assicurano, sin dal 2005, un costante monitoraggio della qualità dell’acqua destinata al consumo umano emunta dai pozzi gestiti dall’Acquedotto Pugliese. Questi, tuttavia, costituiscono solo una minima parte di quelli che attingono dalla falda. Rispetto alle notizie di interramenti di rifiuti tossici, che oggi purtroppo trovano conferma, già nel giugno del 2014 il Dipartimento di Prevenzione aveva proposto un Piano di monitoraggio straordinario per la ricerca di PCVB in acque, destinate al consumo umano, prelevate da 36 pozzi AQP ubicati in zone potenzialmente più esposte ad inquinanti ambientali.

L’importanza strategica della salvaguardia della falda idrica e la sua elevata vulnerabilità rendono insufficienti, per la tutela della Salute pubblica, le informazioni disponibili sul suo stato. Difatti, sia il Rapporto ISPRA 2016 (contenente dati riferiti al biennio 2013-2014), sia il Progetto Maggiore (condotto da Arpa Puglia nel 2015) non forniscono un quadro di conoscenze esaustive sullo stato della falda acquifera in Puglia. Nel caso del monitoraggio Arpa, sono stati campionati solo 134 punti sui 534 previsti, di cui solo 28 punti nel Salento, il che configura – rimarca De Filippis – «un vuoto conoscitivo di particolare rilevanza per il Salento, che attinge la quasi totalità della propria acqua potabile dalla falda profonda autoctona, nel contesto di un territorio carsico che favorisce le infiltrazioni dalla superficie verso la falda».

Un “vuoto conoscitivo” che la ASL Lecce sta cercando di colmare con la richiesta, già trasmessa alla Regione Puglia ed ARPA (che è in attesa di attrezzarsi per monitorare i fitofarmaci), di dosare nelle acque destinate al consumo umano 39 pesticidi oggetto dei monitoraggi del Rapporto ISPRA 2016, ma che non vengono attualmente dosati da ARPA Puglia ed Acquedotto Pugliese perché la normativa non lo prevede espressamente.

La richiesta del Dipartimento di Prevenzione ASL Lecce punta quindi a una maggior tutela della salute pubblica, a fronte di un danno sanitario già evidente. A partire dall’elevata incidenza nei salentini dei tumori vescicali, per cui il Dipartimento di Prevenzione ha predisposto, in collaborazione con l’Università del Salento (in particolare con la prof. Antonella De Donno), il progetto “MINORE”, teso a verificare lo stato di salute della falda idrica non utilizzata da AQP: una conoscenza indispensabile per qualsiasi intervento di prevenzione mirata, comprese le bonifiche.

«La selezione delle aree in cui procedere al campionamento delle acque sotterranee – spiega De Filippis – terrà conto dei dati di incidenza delle neoplasie uroteliali, con particolare riferimento alle vescicali, per le quali su indicazione della direzione sanitaria aziendale sta già lavorando l’Unità Operativa Statistica ed Epidemiologia ASL, diretta da Fabrizio Quarta, che verificherà l’esistenza di eventuali aree “cluster” in provincia di Lecce».

Il monitoraggio, poi, valuterà il maggior rischio ambientale dovuto alla presenza di discariche chiuse (anche abusive) o in esercizio, nonché dei siti di interramenti illegali sequestrati dalla magistratura. Infine, sarà fondamentale il criterio idrogeologico, che permetterà di selezionare tra i pozzi più a rischio quelli maggiormente rappresentativi della falda profonda. Il personale dei SIAN – Servizio di Igiene degli Alimenti e Nutrizione della ASL Lecce, procederà a campionamenti sistematici e periodici finalizzati al dosaggio di alcuni metalli pesanti (in primis Vanadio, Berillio, Cromo, Nichel, Piombo, Cobalto, Mercurio, Arsenico, Cadmio), Policloro Bifenili (PCBs) e un ampio spettro di fitofarmaci, comprendente anche i 39 pesticidi di largo utilizzo in agricoltura, incluso il Glifosate (il più diffuso erbicida in commercio) e i suoi metaboliti (AMPA). Un approfondimento ancor più necessario per via della lotta alla Xylella Fastidiosa, causa dell’incrementato uso di erbicidi.

«Credo – conclude De Filippis – che questo sia il modo migliore, scientifico e rigoroso, per cercare e trovare le risposte ai fortissimi dubbi sollevati dall’opinione pubblica, nonché alla ricerca delle responsabilità chiesta a gran voce dal presidente Emiliano proprio durante il recentissimo sopralluogo nel sito di Ugento».

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