Cronaca

Motta saluta tra le lacrime, da mercoledi in pensione

LECCE- Tanta emozione e la voce rotta. Così il Procuratore Capo Cataldo Motta saluta quelli che sono stati i compagni di viaggio per lunghi anni. I magistrati, le forze dell’ordine, i giornalisti che hanno ascoltato e riportato le sue parole e i suoi commenti, i suoi giudizi puntuali, le sue critiche, ai fatti di cronaca accaduti nel Salento, la sua ironia. Sacra Corona Unita e omicidi, efferate esecuzioni, arresti di latitanti, indagini patrimoniali, truffe. Un pezzo di storia salentina è passato sotto la sua lente. Ha indagato i meccanismi e gli ingranaggi di questa nuova e particolarissima forma mafiosa che è la sacra corona unita, l’ha scardinata e ce l’ha fatta conoscere. Il Salento grazie a lui è stato più consapevole di essere, suo malgrado, terra di mafia, ma al contempo ha creato gli anticorpi per combatterla. Il Procuratore che da mercoledì lascerà il suo incarico dopo 24 anni e 40 di carriera è stato nelle aule dei tribunali così come nelle piazze e nelle scuole, sempre vicino ai ragazzi, pronto ad insegnare e a mettere in guardia.

Dalle primissime indagini sulla Sacra Corona Unita, sino ad oggi, tutto il salento deve essere grato al Procuratore Motta hanno detto oggi i magistrati salentini, nel corso dell’ultima conferenza alla quale avrebbe partecipato in terra brindisina e chiamata, proprio per rendergli omaggio, omega, come l’ultima lettera dell’alfabeto greco.  Per noi sostituti, un gran maestro. La guida della direzione distrettuale antimafia sarà affidata al procuratore aggiunto Antonio De Donno, che lo affianca nelle indagini ormai da anni. Poi arriverà il successore alla guida della Procura della Repubblica.

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