CronacaPolitica

D’Autilia e Martella: “Dichiarazioni false, furono tagliati alberi pericolanti e legna al macero”

LECCE- L’ex amministratore delegato di Alba Service Damiano D’Autilia e il consigliere provinciale Roberto Martella respingono con forza le affermazioni dell’operaio di Alba Service. Le bollano come “false, totalmente infondate, dettate probabilmente dallo stato d’animo esasperato in cui si trovano i lavoratori. L’episodio raccontato a Palazzo dei Celestini durante la riunione della seconda commissione provinciale è quindi privo di fondamento”.
Sia D’Autilia che Martella si riservano per questo di tutelarsi nelle sedi opportune da accuse infondate e gravissime. “I dipendenti hanno svolto un servizio richiesto dalla Provincia – spiega D’Autilia- poiché vi era un albero pericolante all’interno di una scuola, dove casualmente lavorava Roberto Martella. Vorrei ricordare che Alba Service si occupava per conto della Provincia di Lecce della manutenzione scolastica e del verde, e che opera sulla base di precipui ordini di servizio e conseguenti rapportini di lavoro, redatti e verificati dai vari responsabili dei servizi, in ossequio ad una procedura predeterminata e trasparente. La legna, cosi come altro materiale di risulta, se non riutilizzabile, viene destinato al macero, non certamente come quel lavoratore sostiene, a casa del consigliere Martella. Per cui trovo inammissibile– conclude- offensivo e soprattutto lontano dalla verità ogni singola parola riportata, da attribuire, probabilmente, allo stato di disperazione e difficoltà in cui vivono i lavoratori.

Stessa ricostruzione quella di Martella che si dichiara esterrefatto per l’accaduto. “E’ vero che degli alberi pericolanti sono stati tagliati su mia segnalazione e che il sottoscritto aveva chiesto all’amministratore delegato di alba service DAutilia se quella legna fosse vendibile. Ma la risposta fu che essa sarebbe andata al macero. Comprendo – continua il consigliere- la disperazione di chi non percepisce alcun emolumento da 18 mesi e viene caricato strumentalmente da soggetti che giocano sulla pelle dei lavoratori alterando la realtà dei fatti. Probabilmente a qualcuno non è andata giù la precisazione sulla somma di 620 mila euro che qualcuno chiede venga usata per pagare gli stipendi. Purtroppo, carte alla mano, emerge che quel denaro non può essere versato in favore degli operai perché pignorato o contestato per lavori non terminati o fatti male. È questa la realtà scritta nero su bianco dai dirigenti, conclude Martella, e che io ho dovuto rendere pubblica”.

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