Cronaca

Diagnosi biopsia: il referto pronto dopo una settimana ma la paziente aspetta un mese e mezzo

LECCE- Prevenzione o odissea? Diagnosi precoci o calvari? Una domanda che sorge spontanea quando ci si confronta con la rete territoriale della prevenzione ginecologica attiva nel salento. Funziona davvero? E se si, perché l’esito di una biopsia all’utero ci impiega un mese e mezzo per essere comunicata ad una paziente, nonostante si tratti di un esame urgente?
Se la prevenzione è fondamentale per affrontare patologie gravi, come un tumore al collo dell’utero, allora qualcosa nella tempistica andrebbe sicuramente cambiata. Lo scorso settembre abbiamo raccolto la denuncia di una donna leccese. Dopo essere stata sottoposta ad un pap test nel consultorio Lecce 2, era stata richiamata a distanza di 4 mesi perché era stata rilevata un’infezione. Un’ulteriore esame per approfondire e dopo 3 mesi ancora nessuna risposta.

Oggi la storia si ripete, ed evidentemente nulla è cambiato. La donna questa volta è della provincia di Lecce. Come da prassi, si sottopone ad un pap test nel consultorio del suo paese. Siamo a luglio. L’esito arriva dopo due mesi: a settembre la donna viene richiamata dallo stesso consultorio: positiva al papilloma virus, infezione delle cavità uterine che potrebbe, a seconda della gravità, scatenare cellule cancerogene. La donna viene quindi informata, dopo due mesi, della necessità di sottoporsi ad altri esami. Si parte con l’hpv, tampone vaginale che serve a stabilire la natura dell’infezione. Eseguito privatamente costa 180 euro, presso l’Asl è gratuito.

La paziente, messa davanti ad una scelta, decide di farlo nella struttura pubblica della cittadella della salute. È il 29 settembre. L’esito arriva dopo quasi due mesi: il 19 novembre. Contemporaneamente il protocollo vuole che donna debba sottoporsi ad una biopsia per prelevare dei campioni di tessuto da esaminare. È il 17 ottobre quando, sembre nella cittadella salute, ex ospedale Fazzi, avviene l’intervento.

Il campione viene, a questo punto, portato al Fazzi, dove nei laboratori sarà esaminato. Quanto tempo trascorre prima di conoscere il risultato? Quasi 2 mesi. La consegna dell’esito avviene infatti solo il 6 dicembre, dopo innumerevoli telefonate e richieste.

Giorni di attesa certo non facili. La prospettiva di poter essere malata non far vivere le giornate a cuor leggero, soprattutto quando si ha la consapevolezza di poter perdere tempo prezioso. Ma il paradosso è che il referto a firma del medico porta la data del 25 ottobre: in quella data quindi si conosceva già l’esito della biopsia, ma la comunicazione è arrivata molto tempo dopo. il referto, per arrivare dal Vito Fazzi sino al reparto di ginecologia della cittadella della salute, dove la paziente è andata a ritirarlo ci ha impiegato esattamente un mese e 11 giorni.

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