GALLIPOLI- Cosap 2013 riscosso solo per il 14,27 per cento; Ici 2014 solo per il 9,06 per cento; Ici 2008 appena il 4,07 per cento. La delibera della Corte dei Conti, che tanto sta facendo discutere Gallipoli per la presunta intempestività della sua pubblicazione, contiene un passaggio durissimo su quella che i magistrati contabili definiscono “la più importante criticità che il Comune di Gallipoli deve affrontare e risolvere”: “l’inefficiente attività di lotta all’evasione tributaria”.
I bilanci di riferimento per l’analisi sono quelli del 2013 e 2014, ma il cerino delle necessarie soluzioni, ovviamente, è nelle mani degli attuali amministratori, a cui la Corte dei Conti impone di adottare “ogni misura correttiva idonea a superare definitivamente le criticità rilevate”, che sono quella dell’evasione ma anche altre, “suscettibili di pregiudicare, anche in prospettiva, gli equilibri economico-finanziari dell’ente”.
I dati comunicati dallo stesso Comune e riportati nella deliberazione depositata il 10 novembre sono inequivocabili: resta da riscuotere un qualcosa come 1.885.089 euro. Cifre astronomiche, perché mancano all’appello, ad esempio, l’85,73 per cento del canone per l’occupazione di suolo pubblico del 2013 (111.524 euro); il 90,94 per cento dell’Ici 2014 (321.498 euro); il 95,93 per cento dell’Ici 2008 (526.887 euro), iscritta a ruolo nel 2015; e il 93,13 per cento di quella del 2009, anche stavolta più di mezzo milione di euro.
I magistrati contabili avvertono: la mancata riscossione non solo si traduce in problemi di liquidità, ma anche in possibile responsabilità per danni erariali derivante dalla prescrizione dei crediti tributari. È anche uno dei motivi per cui il Comune non riesce a pagare tempestivamente i propri debiti. Il fatto che la riscossione sia rimessa nelle mani di Equitalia, almeno fino a fine anno, secondo la Corte dei Conti non esonera l’ente dall’obbligo di monitorare costantemente la gestione dell’incasso dei tributi.