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Emergenza sanitaria Taranto, Emiliano: ho scritto in Procura, dove sono i soldi?

BARI- Un miliardo di euro destinato all’emergenza sanitaria di Taranto, frutto dell’eventuale risarcimento dovuto dai riva al termine del processo “Ambiente svenduto” in corso davanti alla Corte d’Assise di Taranto. Soldi che, sebbene annunciati da Renzi, sono solo, al momento, un’ipotesi.
Per questo Il Presidente della Regione Puglia Emiliano, in qualità di rappresentante della parte offesa nel processo ha chiesto alle Procure di Taranto e di Milano se esistano agli atti dei rispettivi uffici richieste di patteggiamento avanzate dalle società del gruppo Riva ai fini della definizione della responsabilità penale dell’impresa.

La Regione Puglia ha infatti interesse a verificare il quantum delle somme oggetto dell’eventuale patteggiamento, e se esse siano poi effettivamente utilizzabili per la risoluzione dell’emergenza sanitaria e ambientale in cui versa la città di Taranto.

Secondo Emiliano, sino a che il patteggiamento non viene accettato dalla Procura e poi ratificato dal Giudice terzo non esiste quel miliardo di cui parla Renzi. Se tali richieste fossero state già presentate nelle cancellerie dei giudici probabilmente ne avremmo già avuto notizia certa.

Fino ad oggi si è parlato quindi, continua Emiliano, di cose che non esistono finché non saranno ratificate ed annunciare il miliardo come cosa fatta non è altro che voler mettere una pezza ad una vicenda assurda ed inspiegabile come il mancato finanziamento della sanità tarantina con 50milioni di euro.

Inoltre Emiliano ha precisato ai Procuratori Capristo e Greco che il processo di risanamento ambientale non può che essere attuato attraverso la decarbonizzazione dell’Ilva, unico sistema produttivo che garantisce che i reati commessi per i quali si discute il risarcimento, non vengano reiterati o portati ad ulteriori conseguenze. 

Qualunque altra soluzione “ambientale” diversa dalla decarbonizzazione risulterebbe assolutamente inidonea in quanto non eliminerebbe la fonte esclusiva dell’inquinamento e dei reati commessi e cioè il carbone.

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