LECCE- Rinforzi sul territorio con un incremento di unità e una dettagliate indagini patrimoniali su chi ruota nell’orbita delle persone vicine ad Augustino Potenza e Luigi Spennato, vittime dei sanguinosi agguati che hanno gettato nel terrore Casarano.
Mentre le indagini continuano senza sosta, e il cerchio si stringe attorno ad alcuni sospettati, già sottoposti alla prova dello stub, individuati a poche ore dal tentato omicidio di Luigi Spennato, in località Madonna della Campana, il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica si è riunito in prefettura. Insieme al rappresentante del governo Claudio Palomba c’erano il Procuratore Cataldo Motta e i vertici delle forze dell’ordine.
Il prefetto ha chiesto ufficialmente al Ministro dell’Interno l’invio di nuove unità, mentre si sta lavorando intensamente al protocollo d’intesa con la città che a Gallipoli ha funzionato. Se a uccidere Augustino Potenza e ridurre in fin di vita il 41enne Spennato, sia stata la stessa mano lo diranno innanzi tutto le indagini tecniche. La conferma potrebbe arrivare se si accerterà che a sparare sia stato lo stesso kalasnikov. A chiarire il movente potrebbero essere indagini diverse, quelle patrimoniali.
Bisognerà capire se dietro i due agguati ci sia un vecchio rancore, legato alla strage della famiglia Toma nel ’98, che vede le due vittime prime condannate e poi assolte, oppure se davvero a Casarano ci sia una mafia che ha messo le mani sulla città, che esercita un controllo economico sul territorio e che lo ribadisce con il sangue. Partiranno indagini economiche e confronti, perché, dice Palomba, c’è chi ha un tenore di vita ben al di sopra delle sue possibilità.