LECCE-I dati diffusi dal Censis confermano come la Puglia sia crocevia di un mercato di prodotti agricoli provenienti da chissà dove e spacciati per prodotti di qualità. I dati dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare promossi dalla Coldiretti attestano un’elevata intensità dell’associazionismo criminale nelle province pugliesi Bari (40,9), Taranto (39,4) e Lecce (37,4).
“In Puglia arrivano carciofi dall’Egitto e olive dalla Tunisia, passata di pomodoro dalla Cina e grano da Russia, Bangladesh, Canada e Messico, olio da Spagna, Tunisia e Grecia – denuncia il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – che vengono spacciati per ‘made in Italy’. Esiste un business che agli ‘agropirati’ frutta circa 16 miliardi di euro l’anno e che trova negli 800 chilometri di costa della Puglia e nei numerosi porti una base logistica ideale. E’ significativa e va sostenuta la volontà di procedere ad un aggiornamento delle norme attuali, attraverso un’articolata operazione di riordino degli strumenti esistenti e di adeguamento degli stessi ad un contesto caratterizzato da forme diffuse di criminalità organizzata che alterano la leale concorrenza tra le imprese ed espongono a continui pericoli la salute delle persone. Le frodi agroalimentari – sottolinea la Coldiretti – dovrebbero essere perseguite con un sistema punitivo più adeguato”.