Cronaca

Amianto trattato con il siero, secondo round: prototipo sperimentale a Cavallino

CAVALLINO-Ci aveva provato a Melpignano, con il benestare dell’amministrazione ma con la contrarietà di molti cittadini e gruppi dell’hinterland, che hanno fatto naufragare il progetto. Poi, ha traslocato ad Andria, dove tuttora è in fase di valutazione un impianto industriale pilota. Adesso, la società P.R.A. srl tenta il secondo round nel Salento: chiede di realizzare, in un capannone nella zona industriale di Cavallino, un prototipo sperimentale dimostrativo di un impianto di trattamento per manufatti in cemento amianto attraverso il siero del latte.
L’istanza è stata depositata lo scorso 7 ottobre al Ministero dell’Ambiente, oltre che al Comune, alla Provincia di Lecce e alla Regione Puglia. Si chiede di verificare l’assoggettabilità a Via del progetto e i cittadini hanno 45 giorni di tempo per presentare eventuali osservazioni. A inoltrare la richiesta è stata la Project Resource Asbestos S.r.l, collegata alla Rei che è proprietaria della discarica di amianto di Galatone, ad Ambiente&Sviluppo che gestisce l’impianto di biostabilizzazione e la ex discarica di Cavallino, e a Geoambiente che ha presentato il progetto per la nuova discarica di rifiuti speciali non pericolosi in contrada Masseria Parachianca a Lecce.

Il sistema sperimentale di trattamento proposto ora a Cavallino, presso la stessa sede aziendale, si pone come alternativa allo smaltimento in discarica delle lastre di eternit e del resto dei prodotti contenenti amianto, attraverso l’applicazione di un metodo di trattamento ideato e messo a punto dal Laboratorio di Strutturistica Chimica Ambientale e Biologica dell’Università di Bologna, struttura diretta dal Prof. Norberto Roveri.

In sostanza, il processo prevede l’utilizzo di consistenti quantità di siero di latte esausto per decomporre a temperatura ambiente la matrice cementizia e liberare così le fibre di amianto (circa il 15 per cento) inglobate. Queste vengono poi decomposte in ioni Magnesio, Calcio, Manganese, Nichel, Ferro, silicati e fosfati,all’interno di reattori emertici, dunque in teoria senza dispersione di fibre di amianto nell’aria. A Cavallino, si chiede di avviare un prototipo in scala ridotta rispetto a quello di Andria e dalla potenzialità di circa 20 kg/ciclo.

Dovrebbe servire per dimostrazioni pratiche davanti, ad esempio, a possibili acquirenti o amministratori, visto che si punta a sviluppare il modello su scala industriale. Per questa ragione, la società assicura che “la frantumazione dei manufatti in eternit non verrà eseguita in situ, ma sarà commissionata a strutture esterne” e che “sia i fanghi che le fasi liquide di risulta verranno temporaneamente accumulati in appositi serbatoi e conferiti ad impianti di trattamento autorizzati”.

A Cavallino, dove solo da alcuni mesi si è conclusa la battaglia contro l’ampliamento della discarica di contrada Le Mate, comincia la nuova fase di mobilitazione, con la lettura analitica del progetto e la valutazione degli eventuali impatti.

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