Cronaca

“Abbattitabù”: sesso, amore e disabilità

LECCE-Presentato il progetto “Abbattitabù. Sesso, amore e disabilità? Supera il tabù e accendi la tua curiosità”, nato dalla collaborazione tra l’Ufficio Integrazione Disabili dell’Ateneo e la Struttura Sovradistrettuale di Riabilitazione della ASL Lecce (Servizio di Consulenza Sessuologica alle perone disabili). Si tratta di una sperimentazione che si inserisce in un percorso avviato da tempo dai due Enti, sulla base di un apposito protocollo d’intesa, per rimettere al centro dell’attenzione le persone con disabilità nelle varie dimensioni di studio, lavoro, tempo libero e affettività.
Stereotipi e tabù sul tema dell’affettività delle persone con disabilità si incontrano spesso da parte sia delle persone con disabilità sia delle persone normodotate. Da qui, grazie anche alla collaborazione con alcuni studenti universitari disabili che stanno seguendo un percorso di “peer educator” (Maria Stella Falco, Serena Grasso, Giacomo Linciano, Danilo Mi), è nata l’idea del progetto “Abbattitabù”.

Quattro cassette postali, ben riconoscibili grazie a una grafica appositamente studiata dall’Ateneo e il tocco creativo della designer Valentina D’Andrea di Fantadesign, saranno da oggi a disposizione presso l’Ufficio Integrazione (Palazzo Parlangeli, piano terra), la Biblioteca interfacoltà (Studium 2000), le segreterie studenti di Palazzo Codacci-Pisanelli e del complesso Ecotekne per raccogliere riflessioni domande e curiosità sul tema della sessualità, affettività e disabilità. Le cassette saranno accessibili alle persone con disabilità motoria (e quindi posizionate ad altezza adeguata) e il testo avrà anche la trascrizione in braille. Le domande potranno essere anonime e le risposte, a cura dei “peer educator” dell’Ufficio Integrazione Disabili e degli esperti del Servizio di Consulenza Sessuologica alle perone disabili della Asl Lecce, saranno fornite la prima settimana di ogni mese sulla pagina Facebook uhttps://www.facebook.com/abbattitabu.

«In generale si parla poco di affettività e sessualità», dice Serena Grasso a nome degli studenti “peer educator”, «ma di affettività e sessualità dei disabili non si parla proprio. Questo progetto intende rompere questo tabù, appunto, e noi ci stiamo mettendo la faccia. Ci rivolgiamo a tutti, anche alle persone non disabili che vogliono avere maggiori informazioni. Le risposte più tecniche saranno date in collaborazione con gli operatori della ASL, di esperienze di vita parleremo noi».

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