Cronaca

Ha una casa ma le danno un alloggio popolare: in 4 anni non se n’è accorto nessuno

LECCE- Circa 30 anni fa aveva avanzato una richiesta per l’assegnazione di un alloggio popolare- racconta- ma il guaio è che a suo nome compariva già una casa di sua proprietà. Ma di quella casa, per 4 anni, non se n’è accorto nessuno. E così nel 2012 si trasferisce in un alloggio popolare a Lecce con regolare contratto, che rimane a suo nome ma lei cede successivamente al figlio. A far venire alla luce il tutto un esposto avanzato nei suoi confronti e mai emerso prima, da quei controlli evidentemente deficitari gli anni precedenti .
Lunedì dunque lo sfratto che coinvolgerà il figlio che in quella casa popolare ci ha abitato si, ma senza comparire ufficialmente da nessuna parte: per lui l’accusa di abuso di casa e una multa, ma ancora tutto da definire spiega il legale della famiglia.

Lei, una donna di mezza età della quale volontariamente preserviamo l’anonimato, si era rivolta a Telerama per raccontare la sua storia: quella di uno sfratto che le arriva improvvisamente a casa. Aldilà delle intenzioni della donna, che non spetta certamente a noi valutare, quello che resta di questa storia è ancora una volta l’ amaro in bocca.

Un’altra zona d’ombra che improvvisamente viene a galla rivelando un iter che potrebbe avere qualche falla in più, non solo riconducibile all’insufficienza di offerta degli alloggi rispetto alla crescente domanda e all’allarmante tasso di povertà registrato negli ultimi anni sul territorio. Controlli amministrativi forse carenti che oggi, con questa vicenda, sembrerebbero macchiarsi di superficialità reiterata o lungaggine che dir si voglia: 4 anni di residenza sottratti a chi magari di quell’alloggio avrebbe potuto averne maggiormente bisogno.

La donna, forse con un pizzico di ingenuità, ci aveva raccontato di essere rimasta incredula davanti all’avviso di sfratto: “solo adesso si accorgono di quella casa di cui sono proprietaria? – aveva detto- Sono tanti anni che è a mio nome, da quando mi sono messa in lista d’attesa in graduatoria”.

Difficile spiegarle che per legge, aldilà delle difficoltà economiche seppure comprensibili che racconta, risultando già proprietaria di un immobile quella richiesta per un’abitazione popolare non avrebbe mai dovuto avanzarla. La legge non ammette ignoranza così come, però, un controllo adeguato avrebbe potuto stroncare la richiesta in tempo.

Gli alloggi non bastano per tutti, la graduatoria scorre a rilento e le assegnazioni sembrerebbero peccare dei dovuti accertamenti: e così la guerra tra poveri continua e le istituzioni non sembrano proprio poter fare da pacere.

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