Cronaca

“Fertility che?”: la Puglia dice No, ma a Nardò l’eccezione fa il “tutto esaurito”

LECCE-22 settembre: data ufficiale del Fertility day, la prima giornata nazionale dedicata a informazione e formazione sul tema fertilità. ROMA , PADOVA, BOLOGNA E CATANIA scelgono di aderire, Puglia e Salento no.

Le intenzioni iniziali saranno state anche lodevoli, ma a meritare un 2 in pagella in materia “comunicazione” la ministra non ha tardato. Il tacco d’Italia decide di restarne fuori ma qualche eccezione c’è e registra anche un notevole riscontro. Ma andiamo con ordine. Tutto ha avuto inizio con una direttiva del presidente del consiglio dei ministri risalente allo scorso 28 luglio. Nasce un portale online interamente dedicato al tema, con una prima pagina di presentazione a dir poco originale, o se non altro in grado di arrivare dritta al punto. Cliccando poi su “fertility game”, il gioco ad hoc era pronto a partire: primo livello di difficoltà scegliere un avatar, ovaia o spermatozoo, a proprio piacimento e poi via. Poi ecco spuntare le cartoline di sensibilizzazione che, per un pasticcio comunicativo, piuttosto che promuoverla la sensibilità sembrerebbero proprio averla urtata: bufera social e mediatica che spinge ad un clamoroso dietrofront.

Cicogne, clessidre e banane avvizzite non hanno funzionato: ad essere mandata a casa è la direttrice per la comunicazione al ministero. Chiodo schiaccia chiodo: e così via libera al secondo flop, un opuscolo tacciato di razzismo dove le “cattive abitudini” anti fertilità sembrerebbero associate a persone di colore. Anche in questo caso, inversione a u: tutti pronti a deviare direzione serietà. Noi abbiamo chiesto un parere direttamente ai leccesi ma gli intervistati sembrerebbero avere qualche piccola lacuna.

Dopo due chiacchiere però qualcuno un’idea ce l’ha e come! Spesso partendo proprio dalla propria esperienza, forse più efficace di qualunque campagna pubblicitaria. Qualcuno parla di libertà di scelta boicottata,nel tentativo di uniforme ad un’ideologia che cozza nettamente con la realtà dello stivale. La maggior parte però salva il contenuto ma ne condanna le modalità: come adire “Caro ministro, lei è intelligente, ma non si applica”. A salire in cattedra è il popolo sovrano e ad essere quindi rimandata la Prof.

E.Fio

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