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“Mamma ho perso il bus”. Mezzi Fse sovraffollati: studenti e lavoratori restano a terra

CAMPI S.NA-La storia si ripete ogni giorno già all’inizio dell’anno scolastico: “Mamma, papà venitemi a prendere: l’autobus è passato ma era troppo pieno e per me non c’era posto”.

Il guaio è che a passare, senza fermarsi, causa sovraffollamento possono essere dai 4 agli 8 pullman FSE. Quella che doveva essere una fermata è diventata ben presto il luogo di raduno dei genitori che, alle prese con il proprio orario lavorativo e le lamentele dei Presidi, martedì mattina sono scesi in campo a protestare e mercoledì ci ritornano ancora.

E così noi siamo andati a vedere con i nostri occhi: il tempo passa e le portiere si chiudono a stento: loro ce la mettono tutta, si stringono ma a poter restare in piedi dovrebbero essere in 28. La realtà però descrive ben altro e la tensione cresce.

Qualcuno sgomita un po’ di più “i miei genitori sono già a lavoro -racconta- se resto a terra perdo già il terzo giorno di scuola per questo motivo. Non posso entrare sempre a seconda ora: le regole parlano chiaro”.

Trascorrono circa 10 minuti ed ecco passare un altro autobus: potrebbe essere la volta buona, oppure no. Ma noi non ci arrendiamo, perché a Lecce abbiamo diritto ad arrivarci visto che per usufruire di questo passaggio abbiamo pagato.

La gran parte di loro, studenti di scuola superiore, universitari ma anche lavoratori, paga 2 abbonamenti mensili: quello per il bus fse che da campi dovrebbe accompagnare a lecce e quello delle navette sgm per giungere a destinazione specifica.

Conti alla mano, circa 60 euro al mese che per effetto domino risultano integralmente donati alle due compagnie: del resto se l’autobus qui non si ferma perché sovraffollato, bisogna attendere il successivo ma la navetta leccese, destinazione scuola o ufficio, parte alle 8.

Il ritardo del primo servizio implica automaticamente la perdita del secondo. Risultato? Tutti a casa e a rimetterci è il portafogli. I toni allora si fanno accesi e le forze dell’ordine, per il secondo giorno consecutivo scendono in campo a controllare, richiedendo poi il rinforzo dei vigili urbani perché è in gioco la sicurezza e la tutela soprattutto dei minori a bordo.

Disordine e rabbia: dopo ben 8 pullman passati da qui, le lancette camminano e sono ormai le 8: qualcuno ha deciso di arrangiarsi prevedendo che a destinazione non sarebbe mai arrivato. Qualcun’altro però ha aspettato invano, non avendo alternativa, e adesso a scuola non può entrare e a lavoro qualcuno chiama per annunciare l’ennesima mezz’ora di ritardo.

Non si fermano i genitori, che insieme all’amministrazione comunale, sono pronti a presentare un esposto alla procura. Un avvocato si è già messo a disposizione gratuitamente per avviare un’azione legale collettiva.

Giovedì la fermata sarà nuovamente luogo di protesta: “non finisce qui– concludono le famiglie- quello allo studio è un diritto. Non abbiamo intenzione di perdere altro tempo e denaro”.

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