Cronaca

Mensa scolastica la sentenza: i bambini possono portare il pranzo da casa. Urge organizzazione

LECCE- Mensa scolastica: portarsi il pranzo da casa è un diritto per tutti. La “questione mensa”, sorta in Piemonte a seguito di un ricorso presentato da numerosi genitori che avevano rivendicato il diritto di poter far consumare il panino portato da casa ai propri figli, è giunta ormai al termine di un primo percorso giuridico, con la vittoria dei genitori (non solo quelli ricorrenti), grazie alla sentenza della Corte d’Appello Tribunale di Torino e ad una successiva ordinanza del tribunale di Torino.

I giudici d’appello torinesi hanno condiviso le ragioni portate all’attenzione della magistratura da parte di alcune famiglie che avevano sostenuto il diritto delle stesse a far consumare ai propri figli, durante l’ora di mensa, il pasto portato da casa”.

LO RENDE NOTO, su una rivista giuridica -e a breve su una scolastica- il prof. Luigino Sergio, che ora invoca la necessità di intervenire con urgenza, non solo per far conoscere queste disposizioni, che hanno ovviamente valenza nazionale, ma anche perché si affronti la questione intraprendendo iniziative legislative in merito. Anche in provincia di Lecce succederà ciò che sta accadendo in Piemonte, dove si sono costituiti comitati di genitori pronti a denunciare i dirigenti scolastici che dovessero impedire ai bambini di portare da casa il proprio pranzo.

Il Presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino e l’assessore all’Istruzione Gianna Pentenero, in una nota congiunta, come riportato “Repubblica”, rilevano: «la Regione Piemonte ha già sottolineato in più occasioni il rischio che le sentenze della magistratura possano mettere in discussione l’universalità del servizio mensa e la funzione pedagogica, sociale e di educazione alimentare di cui è portatrice. Siamo fermamente convinti che il tema dei costi troppo elevati della ristorazione scolastica non possa essere affrontato smontando una conquista raggiunta negli anni». «Per questa ragione, considerando le conseguenze che la nuova decisione del tribunale avrà sull’organizzazione delle scuole e il carattere ormai nazionale che la questione ha assunto, – dicono ancora – riteniamo indispensabile avviare un confronto sul tema con il Ministero dell’Istruzione. È infatti necessario un intervento legislativo di carattere nazionale che colmi il vuoto normativo messo in evidenza dalle decisioni della magistratura».

Insomma, a Lecce come nel resto d’Italia, bisogna organizzarsi. Servono azioni coordinate, dettate dal buonsenso, per tutelare la Scuola e la famiglia. E bisogna far presto, perché ottobre è alle porte.

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