LECCE- Il Ministero dell’Ambiente potrebbe sostituirsi al ruolo che è della Regione Puglia per sbloccare le opere del gasdotto Tap. E’ quanto ha chiesto la multinazionale dopo ferragosto, con riferimento allo spostamento dei primi 231 ulivi lungo il tracciato, nelle campagne tra San Foca e Melendugno. Bari, al momento, non si è ancora pronunciata su questo e pertanto la società svizzera ha chiesto a Roma di prendere atto della conclusione della procedura, dichiarando così compiuta la verifica di ottemperanza.
Va avanti, dunque, il fronte amministrativo, parallelo a quello giudiziario: si attende nelle prossime settimane la pronuncia del gip sulla duplice richiesta di archiviazione delle inchieste in corso. I provvedimenti, firmati entrambi dal procuratore capo Cataldo Motta, attengono alla regolarità dell’avvio del cantiere e all’applicazione della direttiva Seveso sul rischio di incidenti rilevanti. «E’ l’ulteriore conferma della correttezza del nostro operato – dicono da Tap – e ora siamo fiduciosi per la pronuncia del gip, la cui decisione attendiamo con rispetto e cautela. Sappiamo che il Comune ha annunciato opposizione, ma siamo sereni e pronti a ribattere».