LECCE- Pronti ad occupare la sede nazionale dell’Anas e pronti a lottare per la 275, così i parlamentari qualche giorno fa in occasione del loro pellegrinaggio alla “tendopoli” dei lavoratori che, grazie alla non cantierizzazione della infrastruttura, hanno perso il loro posto di lavoro. Quanto faranno, o meno, da roma giungerebbero notizie quasi certe. Pur se tentati di ascoltare la posizione dell’Anac attraverso le parole del dott. Cantone: una strada di cui non si avverte più la necessità, con ogni probabilità, l’azienda nazionale autonoma delle strade, entro novembre deciderà il futuro della 275. Due le possibilità: nuova gara o affidamento del cantiere ad uno dei gruppi da anni impegnati a suon di carte bollate.
La nuova gara potrebbe esser una strada che allungherebbe i tempi e che darebbe ragione agli ambientalisti prevedendo un nuovo progetto e l’infrastruttura sino a località Sandana. Ma questa scelta porterebbe Anas alla consapevolezza di subire un contenzioso con i due colossi a rischio appalto e, sino ad ora, in contrasto tra essi.
Dall’altra l’ipotesi, da parte dell’amministratore dell’azienda stradale italiana, di affidare ad uno dei gruppi in contrasto ed in corsa ad oggi e, quindi, rispondere solo verso uno per un eventuale milionario risarcimento. Al momento nulla ancora è stato fatto dai rappresentanti del popolo per dare una soluzione per l’inizio cantiere, a garantire i posti di lavoro ed a far regolarizzare il pagamento, da parte dello Stato, ai proprietari dei terreni espropriati. Entro novembre la scelta di Armani se l’Anac non ne blocca l’iter.