Cronaca

La morte di Fiorentino. A giugno 2015 denunciò: minacciato, non entrò mai nella casa parcheggio

LECCE- “Fiorentino fu minacciato e non ha mai abitato nell’alloggio parcheggio del Comune”. Ecco il verbale della denuncia che Giuseppe Fiorentino, senzatetto leccese morto a 60 anni, da solo, nei vecchi locali diroccati in via Taranto dove aveva trovato rifugio, presentò in questura il 23 GIUGNO DEL 2015, un anno prima di morire. Il Comune di Lecce gli aveva assegnato un alloggio in via Pistoia. “Dopo circa due giorni -dice Giuseppe dettando al poliziotto che ha raccolto le sue dichiarazioni- prendevo possesso dell’alloggio ma subito iniziavo a ricevere, al mio cellulare, messaggi anonimi nei quali mi veniva detto che dovevo lasciare l’alloggio, che non dovevo farmi vedere in quella zona o mi avrebbero picchiato o addirittura mi avrebbero sparato contro. Tali minacce si susseguivano a continui danneggiamenti alla porta d’ingresso che io sistemai per due volte. Dopodiché, stanco della situazione, e nel timore che potesse accadermi qualcosa, intorno al 24/25 maggio, lasciavo l’alloggio recandomi prima a casa di mia sorella e adesso costretto a dormire per strada”. In calce al verbale c’è la sua firma. Fa venire i brividi leggere oggi il grido d’aiuto di chi poi è morto solo.

Antonio Rotundo, presidente della Commissione controllo di Palazzo Carafa, per lunedì ha convocato la commissione per approfondire tutta la vicenda relativa all’alloggio parcheggio di via Pistoia assegnato a Giuseppe Fiorentino.Il verbale di consegna del Comune dell’alloggio è  infatti datato 29 maggio 2015 e la denuncia di Fiorentino alla Questura è del 23 giugno successivo.

“Per tentare di ricostruire in modo puntuale l’intera vicenda -fa sapere Rotundo- ho invitato ai lavori della commissione l’ing. Puce dirigente del settore all’epoca dei fatti e l’avv. De Salvo attuale responsabile dell’ufficio casa”.Appresa la notizia diffusa da Rotundo, l’Associazione PRONTO SOCCORSO DEI POVERI, che ha in passato assistito Fiorentino, INVITA LE FORZE DELL’ORDINE A FAR LUCE SULLA VICENDA E SULLA DENUNCIA perché “al PIU’ PRESTO vengano CONSEGNATI ALLA GIUSTIZIA I RESPONSABILI DELLA DISUMANA INTIMIDAZIONE fatta a Giuseppe”.

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