LECCE- Ancora 24 ore di attesa. Non c’è pace per i lavoratori di Alba Service, che questa mattina sono tornati a protestare bloccando l’ingresso di Palazzo Adorno, in attesa di un incontro urgente con il Prefetto Claudio Palomba.
Il tavolo convocato lunedì scorso con Regione e Provincia è nuovamente slittato e la situazione non cambia: le casse della società partecipata sono vuote e mancano i soldi per ripartire. I lavoratori non ricevono lo stipendio da circa un anno e manca una certezza sul proprio futuro lavorativo. Si naviga nel dubbio, quindi. Nessuno riesce a dare ancora a dare una risposta concreta.
Qualche mese fa la Provincia si era impegnata ad assegnare ad Alba Service 300mila euro per garantire i servizi di viabilità ed edilizia scolastica, ma di quella somma ancora non c’è ombra. Da qui la richiesta di un immediato bonifico, almeno del 20% per poter ripartire. Gabellone, nell’ultimo incontro, ha ribadito che i soldi sono stati stanziati, ma aveva bisogno di due giorni di tempo per capire se potessero essere intaccati dai creditori e quindi non coprire i servizi di Alba Service. Da qui la lettera, da parte del Prefetto, indirizzata al Dipartimento per gli Affari interni e territoriali per avere chiarimenti sull’applicabilità dell’art 159 TUEL (Testo Unico degli Enti Locali), che prevede l’impignorabilità delle somme di spettanza degli Enti Locali per l’espletamento dei servizi locali indispensabili.
Dal Ministero sono solo giunte risposte positive: la Provincia può così procedere. Entro domani la pratica dovrebbe essere pronta per far giungere almeno il 20% del pattuito nelle casse della società partecipata.
Intanto i lavoratori e le loro famiglie restano appesi ad un filo… e continuano a protestare. “Oggi abbiamo bloccato Palazzo Adorno e chiediamo scusa alla cittadinanza -afferma Alessandro Monosi della FISASCAT Cisl Lecce- ma la nostra situazione è davvero critica. Siamo esasperati. Adesso aspettiamo. Domani saremo a Palazzo dei Celestini per comprendere una volta per tutte se ci sarà il via libera a questa attesa pratica”.
E.P.
