LECCE- Alle imprese leccesi i conti non tornano e quello della Tari è un gran pasticcio. Lo sostengono le associazioni di categoria PMI e Fai che hanno denunciato quella che considerano un’ingiustizia. la tassazione locale, in particolare della TARI, risulterebbe iniqua, secondo il Presidente di PMI Lecce, Roberto Leopizzi.
La TARI, com’è noto, copre tutti i costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti assimilati avviati a smaltimento calcolata dai singoli comuni e differenziata tra utenze domestiche e attività produttive.
Nel caso specifico di Lecce, dicono dalle associazioni, il Comune non solo non ha applicato una, seppur discrezionale, corretta determinazione dei coefficienti di produzione, ma ciò che è ancor più grave, è che, “arbitrariamente”, non ha affatto tenuto conto di quei coefficienti da loro scelti, caricando così le attività produttive del doppio del dovuto. “Negli ultimi tre anni quindi il Comune di Lecce ha arbitrariamente ripartito il costo del servizio in un “salomonico” 50% a testa. Il risultato è che le attività produttive hanno pagato in tre anni, afferma il direttore di Pmi, Massimo Giurgola, circa quindici milioni di euro non dovuti.