LECCE- Si sono dati appuntamento di buon’ora, alle 7.30, e sono arrivati da tutta la provincia di Lecce. È giorno di festa per loro, è il giorno dell’Eid al-Fitr, la fine del mese del digiuno e dell’astinenza, il Ramadan. In piazza San Michele Arcangelo, alla periferia del quartiere San Pio, per i musulmani del Salento è anche il giorno del messaggio contro il terrorismo e del cordoglio alle vittime degli attentati, soprattutto quelle italiane di Dacca.
Alla recinzione del campetto sono appesi i cartelli che vogliono comunicare che in fondo non si è due comunità separate, italiani e musulmani, ma una sola, e che anche la religione islamica è pace. L’Imam di Lecce, Saifeddine Maaruoufi, lo ha ribadito più volte, nella predica che ha tenuto in italiano, dopo quella in lingua araba e dopo la preghiera in congregazione.
Ci sono le nuove generazioni di ragazzi nati e cresciuti nel Salento; ci sono gli ospiti dei centri di accoglienza, arrivati in treno a Lecce; ci sono gli anziani che sono da decenni qui e che continuano a rinnovare credo e tradizione. Sono 7mila i musulmani solo in città, 22mila in tutta la provincia, che conta tre moschee, quella nel capoluogo e le altre a Spongano e Porto Cesareo. Per loro, si rinnovano abbracci ed auguri, dopo il dovere della Zakat, l’elemosina che hanno raccolto in questo mese e che servirà a sostenere le famiglie più in difficoltà e con orfani. Ma, si diceva, c’è soprattutto la volontà di rivendicare che questa religione non ha nulla a che fare con il terrore e che, anzi, ne è vittima al pari degli altri.
