CronacaPolitica

Senza piano comunale delle coste, niente nuovi lidi: concessioni bloccate

LECCE-Le 19 richieste arrivate a Palazzo Carafa per l’apertura di nuovi lidi sul litorale cittadino, da Torre Chianca a Frigole, da Spiaggiabella a San Cataldo, sono destinate a rimanere congelate. E questo perché Lecce non ha ancora un proprio piano comunale delle coste. La sua approvazione tarda ad arrivare. E questo ritardo ha un effetto immediato: non possono essere rilasciate nuove concessioni demaniali marittime. Tutto congelato, dunque. Anche perché, nel frattempo, non c’è stato un programma urgente di interventi per la riduzione dell’erosione costiera e non sono stati liberati gli spazi disponibili: non state ridotte al limite massimo di 150 metri fronte mare quelle, tra le 34 concessioni in essere, che superano addirittura i 300 metri. È il cortocircuito portato a galla dal lavoro di approfondimento fatto dal gruppo di Lecce città pubblica, reso noto in una conferenza stampa proprio lì, ai piedi del faro di San Cataldo.

Il piano comunale delle coste era stato annunciato dall’assessore all’Urbanistica Severo Martini come pronto ad essere approvato entro la fine del 2013. In quello stesso anno, è stata la stessa amministrazione, in una delibera di giunta, che “Tutti gli interventi posti in essere sulle marine leccesi non hanno mai risposto ad una logica organica ed unitaria che soddisfacesse le effettive esigenze del territorio” e che sono state disseminate “deficienze e carenze in termini strutturali, infrastrutturali, paesaggistici e naturalistici”.

In assenza del piano comunale delle coste, vige quello regionale. Lo slittamento dei tempi rischia di trasformarsi in un boomerang. Non c’è solo lo stop a nuove concessioni, possibili solo dopo tre anni dall’approvazione del piano, periodo in cui vanno effettuati interventi di mitigazione dell’erosione. C’è anche il nodo sui lidi già installati: le autorizzazioni scadono entro il 2020 e le aree, pure quelle, per legge vanno assegnate tramite bando.

“C’è stato molto fermento attorno ai dati diffusi – denuncia Lecce città pubblica – da parte di chi paventa favoritismi e discrezionalità a vantaggio di qualche fortunato imprenditore e per l’annuncio che in ogni caso le domande già protocollate godrebbero di un diritto di precedenza quando verrà approvato il piano coste”.

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