LECCE- Lo spettro di una nuova emergenza spazzatura resta. Nessun accordo è stato raggiunto durante l’incontro convocato in tarda mattinata nell’Oga di Lecce, l’organismo che gestisce il sistema rifiuti in provincia, con le due società che gestiscono gli impianti della filiera andata in tilt nel fine settimana, vale a dire Cisa di Statte e Ambiente e Sviluppo di Cavallino.
Per lunedì, Bari ha fissato un nuovo vertice, proprio perché a Lecce l’impasse non si risolve: non si sa come evitare che i cassonetti restino stracolmi nei quattro giorni in cui i cancelli della discarica tarantina rimarranno chiusi per rendere possibile la caratterizzazione tramite analisi. E questo passaggio tecnico va ripetuto ogni 2500 tonnellate di scarti in entrata. Dunque, fra meno di tre settimane. Le proposte avanzate dall’Oga salentina sono rimbalzate contro il muro di problemi tecnici innalzato dalle società.
Bocciata la proposta di lavorare quanta più spazzatura possibile a Cavallino, prima di raggiungere il limite di 2.500 tonnellate, per consentire di liberare i biotunnel e ospitare lì, nei giorni di fermo, i nuovi rifiuti. Bocciata anche l’idea di far proseguire la lavorazione a Cavallino e far sostare i camion pieni a Statte: Cisa non ha autorizzazioni ad ospitare sul suo piazzale venti camion nei quattro giorni.
Dunque, che si fa? Le alternative sono tre: concedere a Cisa una deroga regionale per trattenere gli autocompattatori nel proprio parcheggio; snellire le procedure di caratterizzazione dei rifiuti e tenerli in quarantena per meno di 4 giorni; spedire, durante lo stop, gli scarti in un’altra discarica, a Grottaglie, ma a costi maggiorati. Lunedì, il cerino torna in mano alla Regione.