Cronaca

Terrorizzarono il Sud Salento: quattro rapinatori seriali presi con l’operazione “Stop&Go”

LECCE-Rapinatori seriali che mettevano a segno i colpi a raffica, anche sparando: con questa accusa quattro uomini di Ugento sono finiti agli arresti domiciliari. Secondo i carabinieri sono loro ad aver rapinato uffici postali, supermercati, farmacie e tabaccherie tra il 2011 e il 2013 in tutta la zona di Casarano e dintorni. A incastrarli è stato il Dna di un quinto soggetto che, in fuga dopo aver tentato una rapina in tabaccheria a Melissano, letteralmente si spogliò. Donato Parrotto, già arrestato in precedenza, scappando gettò passamontagna, guanti e maglietta, addosso ai quali rimasero le sue tracce biologiche. Da vari riscontri, sopralluoghi, intercettazioni, geolocalizzazioni, il cerchio si è stretto attorno a Daniele Deiana, 25 anni, i fratelli andrea e Vincenzo Minicozzi, 30 e 27 anni, e Salvatore de gaetani, 32.

A loro sono attribuite anche la rapina nel 2011 all’ufficio postale di Patù, durante la quale spararono e che ha fruttò ai banditi 40mila euro, e l’agguato a una famiglia di Ugento titolare di un supermercato, alla quale rubarono l’incasso di 15.500 euro. Il gruppo era solito derubare anche i clienti presenti al momento delle rapine. Sia negli uffici postali che nei supermercati, hanno portato via gioielli e portafogli di chiunque fosse presente.

L’operazione, battezzata “Stop & go” per la rapidità e la frequenza in rapida successione dei colpi, spesso messi a segno uno dopo l’altro in poche ore, è il frutto del lavoro meticoloso dei carabinieri del radiomobile della compagnia di Casarano e dei colleghi della sezione di Polizia giudiziaria presso la Procura. Diversi fascicoli separati, che rischiavano di finire nel dimenticatoio, sono stati studiati e approfonditi con indagini mirate, fino a farli confluire in un’unica attività criminale riconducibile ad un gruppo.

La banda agiva sempre allo stesso modo: rubava un’utilitaria e, uno o due giorni dopo, colpiva. Le armi usate erano una pistola cal. 7,65 o un fucile a canne mozze.  I quattro sono agli arresti domiciliari.

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