LECCE- “Al Fazzi di Lecce il malato oncologico non è mai lasciato solo. Dopo la prima visita oncologica, che mette a fuoco la diagnosi, segue un percorso diagnostico e terapeutico programmato e ben definito, proprio come prescrivono le linee guida del Ministero. Il paziente in terapia è preso totalmente in carico dalla struttura attraverso i gruppi integrati per patologia” difende l’Oncologico leccese, il primario del reparto dell’ospedale Vito Fazzi Giammarco Surico.
Dalla ecografia alla mammografia alla Tac, fino alle terapie chemio-radianti e al follow up, il malato oncologico può contare, come deve essere, sino al termine della terapia, su una équipe di professionisti di eccellenza, riconosciuta tra le migliori come performance in tutta Italia.
Diverso è ciò che accade quando il paziente termina la terapia. Per lui comincia un altro tipo di percorso che, secondo le linee guida ministeriali prevede da parte della struttura oncologica, certamente la prescrizione, ma non la prenotazione degli esami di controllo cui deve sempre sottoporsi e il cui iter è affidato al Cup. E non potrebbe essere altrimenti, oggi, allo stato delle cose, considerato il numero elevato di pazienti in terapia – che necessitano per ovvi motivi di esami praticamente in tempo reale – cui si andrebbero ad aggiungere tutti coloro che ne sono ormai fuori. Su questo fronte, comunque, – sottolinea il primario – ci stiamo attivando perché sia garantita ai pazienti fuori terapia la contestuale prenotazione. La riteniamo una priorità.
Se, purtroppo, dagli esami di controllo dovessero risultare delle recidive, la rete oncologica viene immediatamente attivata e il paziente viene ripreso totalmente in carico dai gruppi interdisciplinari. Io, come i miei colleghi di reparto, siamo convinti che tutto sia perfettibile. Noi facciamo del nostro meglio, superando anche incontrovertibili criticità, con le risorse e la normativa di cui disponiamo.