CronacaPolitica

Itgi Poseidon torna in corsa, da Otranto “no a due gasdotti ravvicinati”

OTRANTO- E’ rimasto dormiente per anni, ora, però, il governo rispolvera il progetto del gasdotto Itgi Poseidon con approdo a Otranto, trovando le forniture di gas che mancavano e che di fatto hanno tenuto nel limbo l’opera finora. Il Salento, però, rischia di avere così due metanodotti a distanza ravvicinata: 30 chilometri, all’incirca, separano la città dei Martiri da San Foca, dove è stato autorizzato Tap. Ed è questo uno scenario che non si aveva quando Poseidon è stato autorizzato, anche con i pareri favorevoli delle amministrazioni locali, dal Comune di Otranto alla Regione Puglia.
Ecco perché, di fatto, le cose sono cambiate. Lo spiega il sindaco di Otranto, Luciano Cariddi: “Quando il progetto ci è stato presentato, nel 2006, e poi autorizzato, nel 2011, noi non avevamo contezza di dover ospitare due gasdotti nel Leccese. Si tratta di un’incidenza di cui non si può non tener conto sul territorio, perché rischiamo di farla grossa. Noi allora ci siamo presi la responsabilità di essere terra di confine e quindi anche di approdo di infrastrutture strategiche, ma ci siamo ritrovati senza una programmazione sovraterritoriale, visto che poi anche Tap ha ottenuto il via libera con approdo a Melendugno”. Prima, invece, era previsto arrivasse a Lendinuso. Ora che si fa? “Non si può lasciare la decisione ai Comuni – ribadisce Cariddi -. Regione e governo devono mettersi d’accordo: Otranto non può fare più nulla, non siamo più chiamati ad esprimerci”.

La partita si gioca lungo due strade, quella amministrativa e quella politica. Sotto il primo profilo, c’è il problema dei tempi: Itgi Poseidon ha incassato l’autorizzazione unica dal ministero dello Sviluppo Economico nel maggio 2011 e nell’ottobre di due anni dopo ha ottenuto la proroga dei termini per l’avvio del cantiere, proroga che scadrà il prossimo giugno. Sarà rinnovata in automatico? E quanto tempo vale l’autorizzazione unica? Si è sul filo del rasoio e questa è una delle carte che ha in mano il territorio per rovesciare il tavolo.

Poi, c’è il livello politico: il governo ha spiegato che la rotta del gasdotto è complementare a quella di Tap, si aggiunge, insomma. È lì che, via Mar Nero e Grecia, verrebbe incanalato il gas russo, stando all’intesa firmata nelle scorse ore da Edison, Gazprom e Depa. Alla Regione la palla della trattativa con Roma.

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