CronacaPolitica

Poligono, l’aut aut della Regione all’esercito: “Adeguatevi o fermatevi”

LECCE- Le esercitazioni militari nel poligono di Torre Veneri, a Frigole, non possono andare avanti così come sono effettuate ora. O vengono modificate in numero di giornate, spazi coinvolti, impatti che provocano, oppure dovranno essere fermate, perché non compatibili con la presenza lì di un doppio Sito di importanza comunitaria, terrestre e marino, a tutela dell’ambiente. È la sintesi di quanto comporta il preavviso di diniego inviato il 5 febbraio scorso dalla Regione Puglia al Comando Militare Puglia, per preannunciare il no all’istanza presentata per la Valutazione di Incidenza Ambientale finalizzata all’approvazione del nuovo Disciplinare d’Uso del Poligono.

Inequivocabile il contenuto: “Pertanto, alla luce delle motivazioni sopra esposte, che si intendono qui richiamate e trascritte, e in ossequio al principio di precauzione richiamato nella Guida all’interpretazione dell’art.6 della Direttiva Habitat 92/43 CEE si comunica ai sensi dell’art 10bis della Legge 241/90 e ss.mm.ii., che la scrivente Sezione sta provvedendo ad adottare formale provvedimento di rigetto della istanza citata nelle premesse”. È una nota che ribalta tutta la questione, che ha visto anche l’archiviazione dell’inchiesta penale della Procura, ufficializzata in una conferenza stampa in cui il poligono è stato definito “il posto più pulito del Salento”. Cosa accade ora? Il Comando Militare ha tempo fino al prossimo 15 febbraio per osservazioni ed integrazioni in difetto delle quali verrà formalizzato il provvedimento conclusivo di diniego.

Il tutto ruota attorno alla Valutazione di Incidenza Ambientale, obbligo di legge finora disatteso e oggetto di segnalazione nel 2014 da parte dei membri di Lecce città pubblica alla Direzione Ambiente della Comunità Europea ed al Ministero dell’Ambiente. A seguito di ciò e della successiva Conferenza Stato Regioni, la Regione Puglia ha concordato l’avvio del procedimento: il nuovo disciplinare d’uso del poligono, in sostituzione di quello risalente al ’95, è stato presentato nel maggio scorso dall’Esercito, ma la Regione ha riscontrato non poche criticità in merito all’impatto delle esercitazioni militari con i mezzi cingolati e ai suoi effetti sul Sic; al superamento della soglia di concentrazione di inquinanti nel suolo, certificato dalle stesse forze armate per rame e piombo, con valori che in alcuni casi superano di 7 volte quelli di legge; c’è, ancora, un possibile accumulo di sostanze tossiche in specie animali e vegetali. Gli altri nodi attengono alla perturbazione provocata dal rumore delle esercitazioni a fuoco sugli animali e alla mancata valutazione degli impatti sul Sic mare “delle esercitazioni di sbarco di truppe anfibie sul sistema dunoso”.

Anche il piano di caratterizzazione, preliminare a qualsiasi azione di bonifica, è rimasto lettera morta per un anno e mezzo.

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