Cronaca

Efsa: altre 44 specie sensibili a Xylella. A Emiliano le proposte del popolo degli ulivi

LECCE- Ci sono 44 nuove specie vegetali sensibili a Xylella fastidiosa nel database che Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha aggiornato con lo studio del 22 novembre effettuato su richiesta della Commissione europea e pubblicato nelle scorse ore sul sito ufficiale. Si tratta di possibili piante ospiti del patogeno sia per via naturale sia per inoculo sperimentale: il loro numero sale a 359, appartenenti a 204 generi e 75 famiglie botaniche. “La maggior parte delle nuove specie (il 70%) è stata individuata nel sud Italia (Puglia), in Corsica e nella Francia meridionale (regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra)”, specifica l’Efsa. In particolare, circa 22 sono le specie ospiti del ceppo salentino, il Codiro, di Xylella.

Cosa cambia? È una stretta maggiore per i vivaisti: “La banca dati è di ausilio ai gestori del rischio nell’attuare attività di sorveglianza e altre misure fitosanitarie, come ad esempio le ispezioni su piante destinate alla messa a dimora”. Sull’altro fronte, quello della gestione degli oliveti, 21 richieste e 8 proposte sono state protocollate presso la Regione Puglia dal Popolo degli Ulivi, chiedendo di incontrare il presidente Emiliano in un dibattito pubblico.

Tra le richieste, quella di aprire la ricerca a 360°; permettere a tutti i centri di ricerca di indagare sul batterio, “escludendo quelli non conformi come l’Istituto Basile Caramìa di Locorotondo, che tuttavia, sinora, è stato l’unico laboratorio accreditato ad eseguire analisi “validate” su xylella”; pubblicare un protocollo da seguire nei campionamenti del materiale vegetale oggetto di indagine; consentire ai proprietari di effettuare delle controanalisi, come previsto dalla normativa; pubblicare i risultati delle ispezioni annuali; abbandonare definitivamente qualsivoglia idea di espianto; modificare la normativa regionale sul tema ulivi; eliminare ogni obbligo all’uso di fitofarmaci e ragionare su strategie che ne disincentivino l’utilizzo; eliminare il divieto di reimpianto.

Tra le proposte, quello di frenare lo stato di abbandono in cui versano le campagne salentine, organizzando dei corsi di potatura; incentivando il riutilizzo di acque reflue; chiedere l’aumento dei contributi previsti dalle politiche agricole comunitarie fondate sulla condizionalità; destinare, secondo il sistema del comodato d’uso o d’affitto agevolato, i terreni pubblici incolti o abbandonati, a giovani e disoccupati che vogliano intraprendere l’attività agricola. 

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