CronacaEconomia

Provincia di Lecce maglia nera: in Puglia case vecchie e abbandonate

LECCE-  Case vecchie, fatiscenti, che spesso versano in cattivo stato di conservazione. In provincia di lecce la situazione edile non è delle migliori.  L’indagine è dell’Osservatorio economico di Confartigianato Imprese Lecce, diretto da Davide Stasi. Nell’elenco sono comprese case unifamiliari e a schiera, ville, villette, palazzine in complessi residenziali e condomini o palazzine con negozi o sedi di attività economiche .
5.492 gli edifici residenziali costruiti prima del 1918 che si trovano in stato di abbandono e degrado. Tra quelli realizzati dal 1919 al 1945 ne risultano altri 7.483; e poi via via sino ad arrivare ai nostri giorni.

In provincia di Lecce le case in stato di abbandono rappresentano il 28,3 per cento della puglia, la percentuale più alta. A Bari siamo al 19,2 , nella Bat al 7,8, al 2,8 per cento a Brindisi, per arrivare al 16,5 per cento di Foggia e al 14,4 per cento di Taranto .

Un’abitazione in cattive condizioni non solo mette a rischio l’incolumità dei cittadini, ma contribuisce a gonfiare la bolletta energetica delle case. Ad esempio, una palazzina costruita negli anni Sessanta, è certamente priva di qualunque soluzione che possa ridurre la dispersione del calore da tetto, pareti, porte e finestre. Anche i sistemi di riscaldamento centralizzati o autonomi, ma vecchi, si rivelano molto dispendiosi, inefficienti e necessitano di frequenti interventi di manutenzione. Secondo la rilevazione di Confartigianato, infatti, il comparto residenziale incide per il 28,8 per cento sui consumi di energia, più di quanto assorbano i trasporti su strada (27,7 per cento) e l’intera industria (22,7 per cento).

“La ripresa delle compravendite in Puglia, però, dà motivo per sperare in un miglioramento delle condizioni del mercato che ha subito, negli ultimi anni, una battuta d’arresto notevole. La contrazione dei prestiti concessi alle famiglie e le incerte prospettive economiche unite ad una vera e propria escalation delle tasse sul mattone, hanno profondamente depresso il mercato con tutto ciò che ne è conseguito a livello produttivo. Basti pensare – afferma Stasi-– che dal 2008 il comparto delle costruzioni ha visto in Puglia la chiusura di oltre duemila imprese artigiane ed una flessione occupazionale pari quasi al 48 per cento: una vera e propria caduta libera”.

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