LECCE- Tornare a rivendicare diritti universali per tutti i lavoratori, atipici, autonomi, subordinati, pubblici e privati: il percorso avviato a livello nazionale dalla Cgil per la nascita della Carta dei Diritti Universali passa anche dal Salento. Gli iscritti saranno chiamati a votare, entro il 19 marzo, il progetto di Legge di iniziativa popolare con cui il sindacato ha l’ambizione di riscrivere lo Statuto dei lavoratori del 1970, come confermato in conferenza stampa in mattinata nella sede di via Merine.
Un impegno che incrocia una situazione spaventosa sul territorio leccese, che ha un tasso di disoccupazione pari al 25,8 per cento, rispetto alla media nazionale del 12, e che lievita al 50 per cento per i giovani. Secondo le stime della Cgil, migliaia di posti di lavoro sono a rischio: 800 nel settore delle pulizie delle scuole e nelle partecipate della Provincia; nel comparto metalmeccanico, ci sono le crisi senza ritorno di Omfesa e Bat; nell’edilizia, in cinque anni sono scomparsi 3624 addetti. E il lavoro che si perde fa il paio con quello superprecario che si aggiunge, con la triplicazione dell’utilizzo dei voucher nel turismo, commercio, cultura, edilizia e servizi.
Poi, ci sono gli effetti “beffa” del Jobs act, soprattutto nella gestione degli appalti nei servizi pubblici e nell’agroalimentare e nelle telecomunicazioni: aziende che dismettono lavoro, esternalizzano, allargano la platea dei precari ed è incerto il loro destino una volta esauriti gli sgravi fiscali. Esempio emblematico è quello dei dipendenti delle Terme di Santa Cesarea, che si sono visti stabilizzare il contratto, da tempo determinato a tempo indeterminato part time, ma che vengono pagati solo per sei mesi, restando a bocca asciutta per metà anno.
