Cronaca

Xylella, parla Purcell: “Mai contrario a rimozione alberi”. Il giallo della frase usata dai pm

LECCE- Sulla questione Xylella, torna a parlare Alexander Purcell, uno dei massimi esperti del batterio, e quello che dice nell’intervista pubblicata su Italia Unita per la Scienza fa sorgere il giallo sulla sua affermazione riportata nel decreto di sequestro degli ulivi emessa dai pm della Procura di Lecce.
Il professore Emerito alla University of California-Berkeley per il Dipartimento di Scienze, Politiche e Gestione Ambientali difende il lavoro dei colleghi baresi e anche la strategia di contenimento del patogeno adottata nei piani Silletti, sostenendo di non essersi mai dichiarato contrario all’abbattimento degli ulivi.

Eppure, una sua frase in senso diametralmente opposto, riferita dall’eurodeputata M5S Rosa D’Amato in occasione di un workshop dell’EFSA (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare), è stata utilizzata dagli inquirenti a sostegno della tesi anti-estirpazione.

“Non fate il nostro stesso errore: contro la Xylella gli abbattimenti non servono a nulla. Occorre contenere il batterio e lavorare sul rafforzamento delle piante”, questo il passaggio che Purcell ora smentisce categoricamente: “Sono abbastanza sicuro da poter affermare che la citazione fatta dalla D’Amato, sia quella attribuita a me che quella attribuita al Prof. Joao Lopes, è COMPLETAMENTE FALSA”, dice. E rincara la dose: “Non ho mai sostenuto di essere contrario alla rimozione degli alberi, al contrario l’ho appoggiata fortemente e ho anche indicato che essa da sola non avrebbe funzionato – bisogna applicare anche il controllo del vettore in una qualche fase (in effetti il controllo del vettore dovrebbe essere fatto immediatamente prima della rimozione degli alberi)”.

Puntualizza che, nell’attesa di avere la prova che sia la Xylella a causare il disseccamento, la malattia va gestita. Ma come? “Per le aree fortemente contagiate – spiega – l’eradicazione di un batterio che ha un elevato tasso di diffusione e che infetta molte specie di piante, la rimozione delle piante, anche in combinazione con il controllo del vettore, è improbabile che salvi le poche piante ancora senza sintomi. Per le aree in cui Xylella fastidiosa ha al momento infettato un numero limitato di alberi, ci può essere la possibilità di fermare o rallentare la diffusione del batterio e della malattia da esso provocata, ma il contenimento funzionerà solo se si agirà scrupolosamente e rapidamente. Maggiore sarà il ritardo, minori le probabilità che il sistema abbia successo. Se solo alcuni frutteti vengono trattati, ed altri ignorati, sarà una sconfitta. Per come la vedo io, la rimozione degli alberi malati, unita al controllo del vettore, è il metodo che è stato proposto dagli scienziati e dalle autorità per il controllo delle malattie, così come dalle autorità competenti dell’Unione Europea, ma questo approccio è stato ostacolato da altri gruppi che sostengono di agire nel pubblico interesse. La proposta rimozione degli alberi infetti e controllo del vettore, è efficace? Non lo sapremo mai a meno di non testarla su larga scala”.  Ed è questo il punto politico e anche il cuore dell’inchiesta, che rovescia la prospettiva: senza la certezza di contenere il batterio, serve tagliare migliaia di ulivi?

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