LECCE- Dopo essere definitivamente tramontata l’ipotesi di aprire lì l’Università islamica, la Manifattura Tabacchi di via Birago, a Lecce, viene rimessa in vendita, con tanto di annuncio su vari quotidiani dal “primario gruppo immobiliare con sede in Milano”.
Sul complesso storico industriale, a due passi da porta Rudiae, per complessivi 60mila metri quadri, è previsto un “progetto di riconversione commerciale, terziario, residenziale”. Ma, c’è un ma: l’accordo di programma per la sua valutazione non si è mai chiuso in Regione e di conseguenza il cambio di destinazione urbanistica dell’immobile, appunto ancora sito industriale, non c’è ancora stata. Il Consiglio comunale, il 29 luglio 2011, diede il suo ok al “Programma Integrato di Intervento per il Recupero ex Depositi Manifattura Tabacchi”, che, tuttavia, ha incontrato intoppi a Bari, nelle eccezioni sollevate all’epoca dall’assessore all’Urbanistica Angela Barbanente.
Dopo allora, come confermano dagli uffici di Palazzo Carafa, tutto si è fermato e non è stato presentato altro progetto al Comune.
Eppure, si va. L’ex manifattura, inaugurata nel 1931 direttamente dal re Vittorio Emanuele III e spenta nel 2000, venne privatizzata nel 2003, quando British American Tobacco la acquistò dall’Ente nazionale tabacchi. Nel 2007, la nuova cessione, alla Red srl, collegata al gruppo Intini di Noci. Tre anni fa, lo sgombero di chi occupava i garage e alcune stanze abusivamente. Adesso, torna in auge il progetto di riqualificazione e riconversione che punta a trasformare la vecchia fabbrica in complesso edilizio con annessi uffici, negozi, residenze e parcheggi, con l’abbattimento della stecca di edifici realizzata successivamente e la creazione di un sistema di piazze aperte. Lo scoglio da superare resta però ancora tutto a Bari.
