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“La Befana vien di notte”…tra tradizione e solidarietà

LECCE- (di Elisabetta Paladini) «La Befana vien di notte, con le scarpe tutte rotte, col vestito alla romana… Viva, Viva La Befana!». Dolci, caramelle e anche un pizzico di carbone. E’ il giorno della Befana, quella vecchietta dal cuore d’oro, con il naso adunco e il mento aguzzo, vestita di stracci e coperta di fuliggine. Nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, vola su una scopa, per distribuire doni o carbone, a bambini buoni o cattivi.

Ma da dove nasce questo mito dei più piccini? Ci sarebbero tante leggende che fanno riferimento alla Befana, ma tra le più celebri vi ricordiamo quella che risale al XII secolo, quando “i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una signora anziana. Malgrado le loro insistenze, affinché li seguisse per far visita al piccolo, la donna non uscì di casa per accompagnarli. In seguito, pentitasi di non essere andata con loro, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, senza riuscirci. Così si fermò ad ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù. Da allora girerebbe per il mondo, facendo regali a tutti i bambini, per farsi perdonare . I bambini usarono poi, mettere delle scarpe e/o delle calze fuori dall’uscio di casa, proprio perché sarebbero servite come ricambio durante il lungo errare della vecchietta; ma, se quest’ultima non ne avesse avuto bisogno, le avrebbe lasciate lì, riempite appunto di dolci”.

Nel Salento, l’Epifania era una festa molto attesa, soprattutto negli anni 60/70. In quegli anni non era facile trovare caramelle o dolciumi: le calze infatti si riempivano con aranci, mandarini, lamponi e per i bambini cattivi anche di vera cenere e carboni. Via via, con il passare del tempo, accanto alla classica calza, i piccini trovavano anche quache piccolo giocattolo, fino a giungere alla tecnologia moderna. Un’usanza semplice, fatta di pensieri genuini, forse un tempo anche poveri, ma sempre di cuore. E oggi, la solidarietà continua a celebrare questa festa.

Ne è un esempio, la tappa solidale scelta dall’associazione Donne Insieme di Taurisano, che dopo aver realizzato con le proprie mani tantissime calze, sono partite alla volta del Reparto di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale “G. Panico” di Tricase per regalare un sorriso a tanti piccoli pazienti, seguiti dai volontari dell’ALR-Associazione di volontariato Lorenzo Risolo.

Ma non solo. La Befana ha avuto tempo anche per sfilare a bordo di un carro per distribuire dolci a bambini e ragazzi tra Campi Salentina, Novoli e Carmiano per far tappa nella sua casa a Monteroni. Da un progetto fortemente voluto da  Don Giuseppe Spedicato, parroco della Chiesa del Sacro Cuore di Monteroni, e da Angelo Bisconti, noto pasticcere salentino ideatore del pasticciotto Obama, ecco che il 5 gennaio è stato tagliato il nastro della Casa della Befana che ha l’obiettivo di recuperare il senso di solidarietà e sobrietà della celebre festa dell’Epifania.

befana carmiano

E ancora, da non dimenticare l’ appuntamento con la diretta di CuoreAmico, che come tradizione vuole, cade ogni anno il 6 gennaio: un giorno di festa in cui si tocca con mano, aprendo i tanti salvadanai, la solidarietà dei salentini.

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