LECCE- Sulle vertenze salentine, specie quella relativa alla ex manifattura Tabacchi di Lecce e Omfesa, “il governo manca di autorevolezza”. Parola della Cgil leccese, che usa toni durissimi verso Roma. Si è chiuso un anno durissimo per il territorio e il quadro dipinto dai sindacati ha tinte forti.
A queste vertenze che si sono trascinate e che non hanno ancora trovato soluzione alcuna, con la scadenza a brevissimo anche degli ultimi ammortizzatori sociali ancora in piedi, si aggiungono quelle derivanti dallo scossone della riforma Delrio relativa alle Province. A Lecce, i dipendenti della partecipata Alba Service contano 5 mesi di ritardo nella corresponsione degli stipendi e allo stesso modo il futuro è incerto per i maestri dell’orchestra Ico Tito Schipa.
Anche per la Uil la lettura del 2015 non è affatto consolatoria: un giovane su due nel Salento è disoccupato e si tratta molto spesso di persone che hanno in tasca un diploma o una laurea. Poi, c’è il secondo fenomeno: gli over 55 espulsi negli ultimi anni dalle aziende del Tac, non più ricollocati, con ammortizzatori sociali scaduti e troppo lontani dalla pensione, il più delle volte con mutui e figli a carico.
Dunque, da dove si dovrà ricominciare? Entrambi i sindacati concordano su un punto: bisognerà ripartire dalle eccellenze, dalle opportunità del distretto turistico creato ma anche dal manifatturiero che ha ripreso a camminare, quello di qualità e dell’alta moda.