CronacaEconomia

Cpia lasciato solo, crollo dell’80 per cento delle frequenze

LECCE-  Senza riscaldamenti, senza bagni funzionanti, ma soprattutto senza certezze: il Centro provinciale per l’istruzione degli Adulti (Cpia), lasciato solo, registra il tracollo delle frequenze dall’inizio dell’anno scolastico ad oggi: – 80 per cento rispetto ai 150 studenti iscritti ai dodici corsi pomeridiani e serali.
Così, nel tira e molla politico e amministrativo delle ultime settimane, Lecce rischia di perdere uno dei riferimenti sociali più importanti per soggetti più svantaggiati: le lezioni, infatti, sono rivolte soprattutto a stranieri che devono ottenere la certificazione A2 di conoscenza della lingua italiana, ai fini della proroga dei permessi di soggiorno, oltre che ad adulti che vogliono ottenere la licenza di terza media e ai reclusi di Borgo San Nicola.

A parlare è una delle otto assistenti amministrative del Centro, qui nelle vesti però di libera cittadina.Il problema è che non si riesce ancora a trovare la quadra sulla sede da concedere in uso al Cpia, dopo che la Provincia di Lecce ha revocato l’assegnazione dell’attuale plesso nel palazzo ex Cnos, ai Salesiani, e ora sollecita lo sgombero dei locali, in quanto il primo piano di quell’edificio è stato assegnato al liceo classico Virgilio, la cui attuale sede, a sua volta, dev’essere improrogabilmente restituita al proprietario entro questo mese. Inoltre, tre aule del Cnos sono destinate a classi dell’istituto tecnico Calasso.

A trovare una soluzione dev’essere Palazzo Carafa, visto che da marzo il ministero dell’Istruzione ha trasferito le competenze su Cpia dalle Province ai Comuni. E a Lecce il percorso si è impantanato. Tra l’altro, nella delibera comunale del 30 novembre scorso sul dimensionamento della rete scolastica in città non compare affatto il Cpia.

Al Centro servono almeno venti aule per poter continuare a svolgere la sua funzione come ha sempre fatto. Le proposte arrivate dal Comune, però, sono state ritenute inadeguate. Ora, gli uffici rischiano di dover traslocare a Ugento. Per gli studenti, quelli che rimarranno, non si sa ancora.

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